domenica 9 ottobre 2011

Censimento:una inutile e costosa schedatura

Sono tornato dalla montagna ed ho cercato di compilare rapidamente il questionario sul web del censimento: il sito non è raggiungibile.
Così occupo il tempo che vi avrei dedicato, per scrivere due righe contro questa ennesima vessazione del Moloch stato verso i cittadini.
Leggo, infatti, che chi non compila il questionario è passibile di sanzione da 200 a 2000 (e spiccioli) euro.
Ma anche chi lo consegna "errato".
Ma come, non è ammesso l'errore ?
E poi leggo che devono compilarlo anche gli immigrati, ma solo quelli regolari, gli illegali no.
Così finisce a ramengo l'unica utilità di questa liturgia: individuare quanti e dove sono gli stranieri illegalmente residenti in Italia.
Una volta il questionario era compilato alla presenza di un incaricato che girava casa per casa in modo da compilare accuratamente lo stato della nazione.
Oggi, presumo per risparmiare, i questionari sono arrivati via posta e possono essere restituiti agli uffici postali o nei comuni, ma anche compilati via web (se il sito funzionasse ...).
Ma a leggere le domande, l'impressione è che tutti, ma prorpio tutti, i dati richiesti sono reperibili incrociando in via informatica le sin troppe banche dati che spiano la nostra esistenza.
Allora perchè spendere seicento milioni di euro, ma fossero anche seicento euro, perchè sprecarli in questo modo ?
Per un ossequio al passato ?
E, poi, non siamo già abbastanza spiati e schedati persino nei nostri conti correnti ?

domenica 2 ottobre 2011

Prosegue la striscia perdente del Bologna

Udinese batte Bologna due a zero.
Meritatamente.
Con una costanza meritevole di ben altra causa il Bologna incassa altri due goals e si mantiene in media: due subiti a partita.
Con altrettanta costanza il duo Guaraldi-Setti colleziona l'ennesima sconfitta e mantiene vergine la colonna delle vittorie da quando sono divenuti presidente e vice del Bologna.
Sui giocatori, nulla da dire.
Si sono impegnati, non è colpa loro se sono mediocri e li hanno assemblati nella stessa squadra.
Le critiche al tecnico del precedente post sono confermate.
Manca un'idea di gioco, una tattica, un modulo.
Abbiamo due settimane per trovarne uno, ma dubito che Bisoli possa farcela.
Guaraldi e Setti se non vogliono essere ricordati come la dirigenza che non vinse mai una partita, devono mettere mano al portafogli e chiedere a Delio Rossi, finchè è libero, se vuole prendere a mano la patata bollente (se si rfiutasse sarebbe come un pronostico di retrocessione).
Naturalmente ho scritto questo post dopo aver mangiato alcuni cioccolatini ... per addolcire lo scritto ... :-)

domenica 25 settembre 2011

Ottimismo fuori luogo

Venerdì e sabato sono stato, per lavoro, a Torino, rientrando solo verso le 19 di ieri a casa.
Per fortuna il tassista non era interessato al Bologna, per cui, arrivato a casa, ho potuto guardare la partita, che avevo programmato in registrazione, senza conoscere il risultato, come se fosse in diretta.
Doppia amarezza.
Perdere e perdere contro l'Inter che è la squadra a me meno gradita (eufemismo).
Leggo poi oggi sul Carlino articoli intonati all'ottimismo per la prova della squadra.
Mi pare un ottimismo fuori luogo.
E' vero che, a differenza che contro Fiorentina e soprattutto Lecce, come a Torino contro la Juve, i giocatori hanno tirato fuori gli attributi, ma senza "l'aiutino" di una espulsione (ieri contro di noi) non bastano.
Manca la visione di gioco, mancano le idee, mancano gli schemi, oltre a mancare tecnica e fortuna.
Non può portare risultati affidare la palla ora a Morleo, ora a Diamanti, ora a Ramirez perchè corrano avanti saltando uno, due, tre avversari, finiscano sul fondo e poi mettano la palla in mezzo all'area sperando che qualcuno la incroci di testa o di piede mandandola dentro.
Perez e Mudingai sono bravissimi a contrastare l'avversario, ma quando c'è da "vedere" il gioco sono una frana.
La difesa ha subito otto goals, una media di due a partita (continuando così alla fine saranno 76 !!!).
Di Vaio è l'ombra di se stesso e poichè non può essere diventato improvvisamente un brocco, è evidentemente bloccato da troppe responsabilità: qualche giornata di panchina non potrebbe fare altro che bene sia a lui che ad Acquafresca giocare da titolare fisso.
Abbiamo poi una serie di infortuni che rendono l'infermeria del Bologna stipata come quella del Milan, senza però averne i ricambi per quantità e tanto meno per qualità.
Segno di una fortuna che, dopo averci sorriso per tre anni sorreggendoci in serie A, pare ci abbia voltato le spalle.
A proposito di fortuna.
Da quando sono diventati presidente e vice, Guaraldi e Setti non hanno vinto una sola partita, le hanno perse tutte tranne i due pareggi con il Parma, la penultima del campionato 2010-2011, a maggio scorso, e con la Juve domenica scorsa.
Napoleone, quando gli caldeggiavano la nomina a generale di ufficiali del suo esercito, diceva sempre: d'accordo è bravo, ma è ANCHE fortunato ?
Napoleone sapeva che la fortuna ha una alta percentuale nei successi e negli insuccessi della vita.
Guaraldi e Setti forse saranno bravi, sicuramente non sono fortunati.
Napoleone non li avrebbe mai fatti generali.

martedì 20 settembre 2011

‎20 settembre 1870: riunione di Roma all'Italia. Secondo me la più importante festività civile del nostro Popolo, dovremmo festeggiarla come i Francesi fanno col 14 luglio. Invece molti Italiani non sanno nemmeno di che cosa si stia parlando: la festività fu soppressa dall'ex-socialista ed ateo Mussolini nel 1929, col Concordato, su espressa richiesta del card.Gasparri. Io, comunque, festeggio.
W l'Italia
http://www.youtube.com/watch?v=ufwwxeOmeD8&feature=share

domenica 18 settembre 2011

Sofferenza rossoblu

Perdere a Firenze ci poteva stare.
Perdere in casa contro il Lecce, no.
Nessuna attenuante, contro questo Bologna persino il Lecce sembrava il Milan.
E nei prossimi otto giorni avremo: Juventus, Inter e Palermo (non ricordo se in questa sequenza) per cui non è infondato il timore di ritrovarsi a zero punti dopo cinque giornate.
Ho visto una squadra abulica, senza gioco, senza tecniche individuali (a parte Diamanti e Ramirez almeno per le due palle due che l'uruguagio ha toccato) ma soprattutto senza carattere.
La difesa ferma, con due cariatidi in attesa della pensione.
Di Vaio che è l'ombra di quello visto negli ultimi tre anni, anche lui ormai con il tragurado della pensione.
L'allenatore ?
Ma l'avete visto prima dell'inizio che deambulava in campo da solo, quando avrebbe dovuto caricare e istruire i giocatori ?
Aveva l'espressione del perdente nato e dopo il secondo goal non si agitava, non urlava, ma guardava perso il campo con i troppo caritatevoli i commentatori che dicevano che "rifletteva" mentre a me sembrava più la faccia di un pugile suonato che non sa dove andare.
Ma non è colpa loro ma di quelle due dozzine di signori che si sono messi assieme per gestire il Bologna.
Non si pretende che si mettano a spendere e spandere come possono fare solo Berlusconi, Moratti e Agnelli, ma che almeno sappiano scegliere i giocatori, pur risparmiando, come fanno i Pozzo, i Zamparini, anche i Lotito e i Preziosi.
Intanto l'Atalanta, partita a meno sette, è già a meno due.
Questo anno la vedo molto dura.
La sofferenza rossoblu sarà ancora maggiore ...

domenica 11 settembre 2011

11 settembre


Non posso evitare di proporre un ricordo di quell'11 settembre 2001, con l'attentato a New York e Washington. Nel rispetto delle sensibilità di ciascuno evito il merito della questione e mi limito a ricordarne l'orrore. Un pensiero alle vittime di quei massacri la cui memoria può essere onorata ricordando e agendo perchè un tale evento non accada mai più.

mercoledì 31 agosto 2011

Che la terra sia loro lieve



Cari compagni vorrei scrivere qualcosa sui due eroi del Soccorso Alpino morti per salvare la vita a due alpinisti tedeschi in difficoltà sulla parete nord del Pelmo ma ogni parola che provo a trovare mi sembra banale ed inadatta a descrivere il sacrificio di questi due soccorritori volontari per cui vi mando il link della notizia. http://www.libero-news.it/news/811629/Frana-uccide-due-soccorritori-E--tragedia-sulle-Dolomiti.html

martedì 30 agosto 2011

I furbi e i fessi

Il Governo ieri ha varato in forma "definitiva" l'ennesima manovra nell'ennesima forma "definitiva". Qualche genio, tra i presenti all'incontro di Arcore, ma lì i genii abbondano, come è noto, ha avuto la simpatica idea di sostituire l'iniqua supertassa sui poverini cha guadagnano più di 90.000 e 150.000 euro con un graziosa manovretta sulle pensioni di anzianità colpendo coloro che hanno pagato di tasca propria il riscatto laurea ed hanno prestato servizio nelle forze armate (le nostre non sono tasche di italiani evidentemente per il nostro premier). Che dire! Mi viene in mente solo questo vecchio ma sempre attuale pezzo di Prezzolini che riproduco non senza l'avvertenza che io mi sento appartenere più che mai alla categoria dei fessi.... In alternativa in piazza con i forconi..

A presto amici

Capitolo I – Dei furbi e dei fessi [modifica]I cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi.
Non c'è una definizione di fesso. Però: se uno paga il biglietto intero in ferrovia; non entra gratis a teatro; non ha un commendatore zio, amico della moglie e potente sulla magistratura, nella pubblica istruzione, ecc.; non è massone o gesuita; dichiara all'agente delle imposte il suo vero reddito; mantiene la parola data anche a costo di perderci, ecc. – questi è un fesso.
I furbi non usano mai parole chiare. I fessi qualche volta.
Non bisogna confondere il furbo con l'intelligente. L'intelligente è spesso un fesso anche lui.
Il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle.
Colui che sa è un fesso. Colui che riesce senza sapere è un furbo.
Segni distintivi del furbo: pelliccia, automobile, teatro, restaurant, donne.
I fessi hanno dei principi. I furbi soltanto dei fini.
Dovere: è quella parola che si trova nelle orazioni solenni dei furbi quando vogliono che i fessi marcino per loro.
L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi che non fanno nulla, spendono e se la godono.
Il fesso, in generale, è stupido. Se non fosse stupido, avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo.
Il fesso, in generale, è incolto per stupidaggine. Se non fosse stupido, capirebbe il valore della cultura per cacciare i furbi.
Ci sono fessi intelligenti e colti, che vorrebbero mandare via i furbi. Ma non possono: 1) perché sono fessi; 2) perché gli altri fessi sono stupidi e incolti, e non li capiscono.
Per andare avanti ci sono due sistemi. Uno è buono, ma l'altro è migliore. Il primo è leccare i furbi. Ma riesce meglio il secondo che consiste nel far loro paura: 1) perché non c'è furbo che non abbia qualche marachella da nascondere; 2) perché non c'è furbo che non preferisca il quieto vivere alla lotta, e l'associazione con altri briganti alla guerra contro questi.
Il fesso si interessa al problema della produzione della ricchezza. Il furbo sopratutto a quello della distribuzione.
L'Italiano ha un tale culto per la furbizia, che arriva persino all'ammirazione di chi se ne serve a suo danno. Il furbo è in alto in Italia non soltanto per la propria furbizia, ma per la reverenza che l'italiano in generale ha della furbizia stessa, alla quale principalmente fa appello per la riscossa e per la vendetta. Nella famiglia, nella scuola, nelle carriere, l'esempio e la dottrina corrente – che non si trova nei libri – insegnano i sistemi della furbizia. La vittima si lamenta della furbizia che l'ha colpita, ma in cuor suo si ripromette di imparare la lezione per un'altra occasione. La diffidenza degli umili che si riscontra in quasi tutta l'Italia, è appunto l'effetto di un secolare dominio dei furbi, contro i quali la corbelleria dei più si è andata corazzando di una corteccia di silenzio e di ottuso sospetto, non sufficiente, però, a porli al riparo delle sempre nuove scaltrezze di quelli.
L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono

lunedì 29 agosto 2011

Domenica senza pallone

Nella nostra infanzia una giovanissima Rita Pavone si chiedeva perchè la domenica la si lasciava sempre sola per andare a vedere la partita di pallone.
Da allora molte cose sono cambiate.
La partita di pallone non si gioca più solo alla domenica, ma anche al sabato, all’ora di pranzo della domenica, magari al lunedì o al venerdì, mentre nei giorni centrali della settimana è il turno delle coppe europee che una volta erano così poche che ogni volta diventavano un evento.
Che io preferisca il vecchio sistema al nuovo è ovvio, ma sarebbe assurdo combattere contro i mulini a vento.
Purtroppo domenica scorsa, mentre ci accingevamo a gustarci la prima di campionato con il posticipo serale di Bologna-Roma, l’Italia è rimasta senza pallone, con gli stadi desolatamente vuoti.
I calciatori hanno scioperato.
Due gli argomenti che hanno provocato la rottura tra le parti.
Il trattamento ai “fuori rosa” e la ventilata addizionale irpef.
Che i calciatori scioperino fa sorridere amaro.
Ma ne hanno diritto perchè, stoltamente, quando hanno trasformato le società di calcio in spa (e poi rincarato la dose con l’ammissione in borsa e la possibilità della finalità di lucro) i calciatori, anche quelli più pagati, sono a tutti gli effetti lavoratori dipendenti, con un loro contratto collettivo e con tutti i diritti del caso.
Si potrebbe dire che fanno la bella vita, ma anche che hanno una carriera limitata nel tempo e che non tutti guadagnano le iperboliche cifre che leggiamo sui giornali per i migliori.
Resta il fatto che la resistenza delle società è tardiva e destinata ad essere sconfitta.
Se, infatti, i contratti dei calciatori prevedono la retribuzione fondata su una cifra netta, di diritto ogni alterazione delle aliquote fiscali deve essere posta in capo alle società.
Peggio per loro se hanno accettato tali condizioni, come è stato peggio per l’industria italiana (e per tutta la nostra economia) quando Agnelli, nei primi anni settanta, calò le braghe davanti alla triplice sindacale.
Pacta sunt servanda.
Diverso il discorso dei “fuori rosa”.
Un lavoratore dipendente non può interferire sull’organizzazione aziendale, in questo caso sulla formazione e sugli allenamenti.
Se poi consideriamo quanto siano svelti di lingua certi “campioni”, non si può negare alle società il diritto di esercitare il potere disciplinare, come in qualsiasi azienda.
Sarebbe quindi giusto se le società pagassero l’eventuale addizionale irpef (che potrebbe anche non esserci più nel testo definitivo), ma conservassero la possibilità di gestire i “fuori rosa”.
Scommettiamo però che si accorderanno sul contrario ?

Comunque sia, come ad ogni inizio Campionato:
FORZA BOLOGNA !

domenica 14 agosto 2011

Feriae Augusti

Sono al computer da trasferta e quindi poche parole: Buon Ferragosto.
E, come scrisse Massimo lo scorso anno, dal 16 si comincerà a pensare al Natale ... :-)