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domenica 30 ottobre 2016

6.5

Un terremoto di 6.5 Richter è di una potenza notevole.
Se non ricordo male quello del 2012 che abbiamo sentito bene fu del 5.8.
Un terremoto non si può prevedere, si possono prevenire i danni alle persone e molti danni al patrimonio.
E' necessario che si adottino quegli accorgimenti, costosi, per rendere più solidi gli edifici esistenti e costruire con criteri antisismici i palazzi in costruzione.
Chi ha a che fare con un condominio, sa quanto sia difficile ottenere il consenso per qualunque tipo di lavoro che implichi un costo.
Figuriamoci un lavoro che per un piccolo condominio di una decina di unità viene ipotizzato intorno ai cinquecentomila euro, cinquantamila ad unità.
Diverso il discorso per i beni pubblici e artistici.
Mentre rientravo a Bologna ascoltavo per radio la trasmissione sul terremoto e, tra l'altro, ho ascoltato un "esperto" che spiegava come per il patrimonio immobiliare artistico (chiese ed altro) era difficile ipotizzare lavori che avrebbero modificato sensibilmente l'aspetto esteriore e concludeva dicendo che, nel passato, ogni genere di intervento aveva privilegiato la conservazione dell'architettura originale rispetto ai criteri di solidità.
Personalmente preferisco conservare il patrimonio, anche se ne altero l'aspetto.

domenica 28 agosto 2016

Ancora un terremoto

La mattina del 24 agosto, accendendo la radio, invece della consueta musica estiva ho sentito un cronista paralre con la voce impostata agli eventi luttuosi.
Sul primo momento ho pensato che l'Isis avesse colpito in Italia o un bersaglio Italiano, invece era qualcosa di ugualmente atroce: il terremoto.
A memoria risalgo fino al 1968, al Belice, il primo terremoto con copertura nazionale, anche se negli anni precedenti la tragedia del Vajont e l'alluvione del 1966 sono ben radicati nella nostra memoria.
Dopo il Belice ricordo il Friuli del 1976, l'Irpinia del 1980, le Marche del 1997 ( o forse 1998) , l'Aquila del 2009 e il "nostro" del 2012.
Almeno sei di portata rilevante, praticamente uno ogni dieci anni.
C'è un libro di Tiziano Costa, "Epicentro Emilia Romagna", autore di e su Bologna, che ha trattato, proprio dopo il terremoto del 2012, il tema, facendo un "riassunto" di tutti i terremoti avvenuti a Bologna: mica pochi, anzi ! 
Segno evidente che con i terremoti hanno dovuto (i nostri Avi), dobbiamo (Noi)  e dovranno (i nostri Pronipoti) convivere.
Ogni volta ricette, ogni volta siamo punto e a capo con un unico filo conduttore: la grande generosità degli Italiani.
E' evidente che non è facile dare risposte quando si è nell'immediato e bisogna cercare di salvare tutti quelli che, rimasti sotto le macerie, sono ancora in vita.
E subito dopo c'è l'emergenza degli sfollati, che hanno diritto ad avere case vere, non container provvisori per anni quando non decenni.
Poi la ricostruzione, con costi ingenti che uno stato indebitato come il nostro non può sopportare, non almeno nei tempi desiderati da quanti hanno il legittimo desiderio di riavere la loro casa.
Parallelamente c'è la necessità di prevenire, con interventi sugli immobili esistenti, per lo più vecchi, quando non antichi.
Chi paga ?
Le risposte non sono mai facili.
Non è certo fattibile obbligare i singoli proprietari a imbragare con criteri antisismici le loro case, visto i costi ingenti.
Lo stato italiano ha spesso obbligato ad interventi, a spese dei proprietari, spesso (anzi, direi, sempre) per dare lavoro a cooperative, artigiani e imprese edili.
Ma a parte il fatto che a me è sempre sembrato un abuso, una violenza del pubblico sul privato, in questo caso non si tratta di poche migliaia di euro, ma di centinaia di migliaia di euro e anche l'estensione del 65% porterebbe a spalmare il ritorno fiscale su dieci anni, ma intanto dovremmo anticiparli, tutti.
E non è che di questo stato ci si possa fidare per lunghe prospettive, potrebbe anche decidere, dopo due o tre anni, che, basta, è troppo costoso per il debito pubblico e il 65 diventa 50 o 30 o zero.
Non c'è una conclusione, credo che ognuno di noi abbia la sua ricetta e, proprio perchè siamo Italiani, saranno tutte diverse le une dalle altre esattamente com'è la risposta data ai vari terremoti che ho ricordato, se non sperare (con poche possibilità) che il terremoto di mercoldì scorso sia l'ultimo.

domenica 10 giugno 2012

Il piacere del calcio e il timore del terremoto

Questa mattina, nonostante i tormenti che ci assillano (tasse, Monti, sfiducia nel futuro, la Fornero, terremoti, Napolitano, imu ...)  i giornali radio hanno aperto, come prima notizia, con i campionati europei di calcio e la partita delle diciotto tra Italia e Spagna.
E' corretto ?
A me pare di sì, perchè non possiamo stare sempre in gramaglie ad aspettarci il peggio, rovinandoci la vita e, ogni tanto, dobbiamo rilassarci, sorridere e sperare nel meglio.
Non è un caso che anche i Romani (quelli Antichi e originari ...) avessero compreso le due essenze per la Felicità: panem et circenses.
Certo, chi è stato personalmente colpito dai terremoti, non avrà molto da gioire, ma probabilmente la partita della nazionale potrà rappresentare una pausa in mezzo a tanta tristezza, soprattutto se l'Italia riuscisse a vincere (non credo, ma ... Spes ultima Dea).
Tra l'altro l'informativa della commissione grandi rischi che ipotizza la probabilità di un terremoto di uguali dimensioni a "coprire" un'altra zona della nostra terra, non aiuta a guardare al futuro con fiducia.
In questo caso si ripropone un dilemma mai risolto.
Se sia meglio informare ed essere informati anche delle situazioni negative o se applicare il proverbio popolare "occhio non vede, cuore non duole".
Alcuni di voi sanno che, quando si ammalò mia madre, il medico che la operò consigliò di non dire a lei, ma neppure a mio padre, la situazione reale, perchè valutava che avrebbe potuto peggiorare la situazione per l'emotività di mia madre, mentre mio padre non avrebbe probabilmente saputo nasconderle verità.
Così feci e mi domando ancora se fu la scelta giusta.
La commissione grandi rischi, probabilmente, con il suo allarme, ha voluto sollecitare tutti quei lavori che possono essere fatti, anche in edifici "vecchi", per renderli più resistenti, quindi sicuri, dai terremoti intorno al livello 6 di magnitudine.
Mi sembra, però, che sia stata interpretata come una sorta di "terrorismo psicologico" ed abbia fatto peggio del silenzio o, meglio, di una informativa riservata che potesse portare al medesimo risultato (lavori di consolidamento) senza però ingenerare allarmismo generalizzato.
Ma adesso preferisco pensare che alle diciotto mi siederò in poltrona e mi guarderò la partita dell'Italia con una duplice speranza: vedere del bel gioco e che il risultato sorrida agli Azzurri.
Forza Italia !

domenica 20 maggio 2012

Terremoto

Questa mattina alle quattro, un'anomalia: mi sono svegliato.
Di solito, infatti, ho un sonno continuo e quando mi sveglio è l'orario abituale per alzarmi.
Il tempo di svegliarsi, di realizzare che il letto oscillava e l'impressione era che oscillasse tutta la casa, che si trattava di un terremoto.
E non era ancora finito.
Poi, ascoltando la radio, hanno parlato di ventidue secondi, a me sono sembrati una eternità anche se in tutta quell'eternità non mi sono alzato per correre ... dove ?
Vicino al muro portante ?
Sotto la scrivania ?
Accanto ai muri perimetrali ?
Finito.
Allora sì che mi sono alzato per verificare se fossero caduti dei libri o oggetti.
Rassicurato, sono tornato a dormire.
Stamattina poi ho saputo che c'era stata un'altra scossa, un'ora dopo, ma non mi ha svegliato, anche se, vagamente, ho l'impressione di ricordarla, in una confusione tra realtà e immaginazione.
Sicuramente è stato il terremoto più potente e prolungato che io ricordi.
Non ho memoria del terremoto del 1976 in Friuli, sentito anche a Bologna, perchè in quel momento ero in ascensore.
Mi ricordo un altro terremoto nel 1978, studiavo diritto fallimentare con un amico e lo sentimmo chiaramente.
Ma sia nel 1976 che nel 1978 eravamo svegli e vestiti, pronti a reagire.
Sono notoriamente un appassionato dei film e telefilm di carattere catastrofico ed uno dei più noti fu proprio Terremoto (nel 1974 o giù di lì) con Charlton Heston (lì poi non si fecero mancare nulla, neppure il crollo di una diga e la successiva inondazione ... ).
Indubbiamente le catastrofi è molto meglio guardarle da uno schermo che viverle di persona ...
Dicono che la nostra zona sia "fortunata" perchè la sabbia della Pianura Padana funge da cuscinetto ed attutisce la violenza degli assestamenti delle placche terrestri.
Certo che se si considera che la scossa è tra 5.9 e 6.0 di intensità (all'Aquila fu di 6.2 e fece tutto quel disastro !) probabilmente la Pianura Padana ci è amica.
Un terremoto non si prevede, non ci sono avvertimenti, si può solo sperare di essere in un locale costruito con criterio e con materiale di qualità.
Oggi, forse, costruiscono anche edifici con caratteristiche antisismiche, ma una volta ?
Sessanta anni fa forse costruivano senza lesinare sul materiale e questo è già una garanzia.
Case ancora più antiche (penso al borgo in montagna catstalmente della fine ottocento, ma sorto in una località dove esisteva un borgo da tempi ancora più remoti) possono essere più solide per il materiale, per i criteri di costruzione, per il luogo di costruzione.
Fondamentalmente, però, il terremoto è ancora uno di quegli eventi davanti al quale comprendiamo la nostra infinita debolezza e quanto la nostra vita sia fragile e soggetta ai capricci del Fato.