lunedì 10 febbraio 2014

Fiume, Pola, Istria, Dalmazia = Italia

Sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla copertura che quest’anno è stata data (persino sulla radio di stato !) al Giorno del Ricordo dei Martiri Italiani assassinati dai comunisti slavi nella vicenda comunemente definita “Foibe” dal nome delle cavità carsiche in cui i nostri connazionali furono gettato, molti ancora vivi.
Certo non vi è (ancora) quella condivisione del Ricordo e vi sono ancora consistenti ostilità, come quelle manifestatesi a Firenze il 31 gennaio allo spettacolo di Cristicchi, a riconoscere la bestialità compiuta dai comunisti slavi.
Ma è importante che, a dieci anni dalla introduzione per legge di questa celebrazione, l’interesse per una dolorosa storia patria sia aumentato ed abbia raggiunto le coscienze di molti Italiani, prima ignari e ignavi.
Probabilmente era il compito assegnato alla nostra generazione, alla generazione di chi non aveva vissuto la guerra, di chi ha beneficiato del sacrificio dei nostri padri, di chi è stato tenuto all’oscuro di tale vicenda, tramandata, però, nei racconti dei genitori e dei parenti.
Questa coscienza che si sta diffondendo è importante perché mantiene il legame con terre, come Fiume, Pola, Istria e Dalmazia, storicamente Italiane e che, per me, restano Italia e torneranno, prima o poi, in un modo o nell’altro, all’Italia.

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