mercoledì 30 settembre 2009

29 settembre (dall'almanacco di Frate Indovino)

Non avrei voluto più scrivere delle varie ricorrenze del calendario per non fare arrabbiare troppo Roberto, ma il 29 settembre è una data speciale.
Dal punto di vista delle tradizioni, il 29 settembre, festa sei S.S. Arcangeli Michele,Grabriele,Raffaele è il giorno dei traslochi: nel dialetto (anzi, nella lingua, perchè si tratta di lingua, non di dialetto) bolognese traslocare si dice "fer san michel" (fare san michele) in quanto i traslochi avvenivano proprio in questa ricorrenza (questo perchè tradizionalmente i contratti d'affitto scadevano il 29 settembre).
Ma il 29 settembre è importante anche per un'altra cosa: ieri sera a Modena si è celebrata un festa in piazza molto nostalgica, con l'intervento di musicisti e cantanti degli anni '60 e '70, per celebrare la canzone dell'Equipe '84 (29 settembre, appunto) ed ovviamente con la presenza anche di Maurizio Vandelli, modenese "doc".
Si tratta di una delle canzoni più famose degli anni '60, diventata un autentico "cult", capace, da sola, con quel suo titolo particolare e così accattivante, di rappresentare un'epoca purtroppo sempre più lontata, remota, arcaica e così diversa dall'epoca schifosa che stiamo vivendo.
Mi ricordo che la prima volta che la sentii ero dal barbiere (uno dei vecchi barbieri di paese, ad Anzola, di quelli che oggi non esistono più).
La canzone mi piacque subito, ma non il titolo: accidenti perchè fra tante date scegliere proprio il 29 settembre (due giorni dopo cominciavano le scuole) ?

Scusate quest'ultimo thread; probabilmente dico sempre le stesse cose, ma ormai guardo sempre più indietro piuttosto che avanti.

martedì 22 settembre 2009

Equinozio d'autunno

Eccomi di ritorno dal mio ultimo periodo di ferie.
Sono piuttosto acciaccato per un infortunio capitatomi durante la partenza per la Sardegna (frattura ad un dito del piede sinistro).
Questo evento, unitamente ad altri problemi di salute di minore entità, hanno reso queste ultime ferie un po' tribolate.
Comunque, eccoci arrivati ad un altro grande appuntamento stagionale: oggi, con l'equinozio, inizia l'autunno, la stagione che più preferisco (a dire il vero, dal punto di vista meteorologico, l'autunno era già iniziato il primo di settembre).
Stupendo è soprattutto il mese di settembre quando la grande, feroce estate si fa finalmente da parte, cedendo il posto a giornate dal clima più mite, dolce, rilassante.
La campagna finalmente si ristora dopo lo spaventoso calore estivo e, grata della ritrovata frescura, ci fornisce i suoi ultimi dolcissimi doni: fichi, mele, pere, ma anche le ultime prugne e poi granoturco e barbabietole.
Ma soprattutto uva, la dolcissima uva.
E' la stagione della vendemmia, la grande festa autunnale che chiude la stagione agricola.
Erano due la grandi feste del raccolto delle antiche società contadine:
la mietitura, all'inizio dell'estate e la vendemmia alla fine.
I due momenti più importanti dell'anno, quelli che danno da mangiare e da bere, che forniscono gli alimenti base per il nutrimento dell'uomo nelle antiche socità agricole dell'Europa e del Mediterraneo: il pane e il vino.
Ben tornato, dolcissimo autunno !

martedì 8 settembre 2009

Mike Bongiorno: la nostra televisione

Pochi giorni dopo la morte di Virgilio Savona, la “mente” del Quartetto Cetra, dobbiamo tristemente registrare anche la inaspettata scomparsa di Mike Bongiorno.
Inaspettata perché era con curiosità che aspettavamo di vedere la riedizione del Rischiatutto, il telequiz che fu una costante nella nostra adolescenza, forse il simbolo più conosciuto, citato e rimpianto della televisione in bianco e nero di quella Italia che, nonostante tutto, cresceva.
Di Mike Bongiorno, morto oggi a 85 anni, pare per infarto, potrete leggere biografie e “coccodrilli” preparati da tempo.
Io lo voglio ricordare come uno di quei “grandi vecchi” della televisione di cui, oggi, rimane ormai il solo Raimondo Vianello.
Il primo ricordo di Mike Bongiorno in televisione mi affiora nella mente, rigorosamente in bianco e nero, con uno schermo in cui “l’effetto nebbia” la faceva da padrone.
Non abito in una zona favorita per l’analogico (e anche il digitale terrestre ancora non “mi ha raggiunto”) per cui potrei sbagliarmi, ma era il secondo canale che si vedeva peggio ed era lì, credo, che trasmettevano “La fiera dei sogni”.
Ma il vero trionfo, mai più eguagliato nonostante i ripetuti successi delle sue trasmissioni, lo ottenne con il “Rischiatutto”.
Tre concorrenti “l’un contro l’altro armati” di conoscenza e di riflessi.
Ognuno con una materia a propria scelta per le domande iniziali e quella finale (quale busta ? la uno, la due o la treeeee ?) e in mezzo il tabellone, con il rischio e il jolly, ma anche con una varietà di argomenti che richiedevano una cultura generale di base.
E parte di quelle nozioni ci sono rimaste impresse, a imperitura memoria.
Come la perfetta conoscenza de “I tre moschettieri” da parte del signor Ernesto Marcello Latini, cui, mi ricordo ancora, fu domandato persino : quale personaggio apre una porta e dice “eh?”.
Appassionato dei romanzi di Dumas (e in genere dei “romanzi d’appendice”) sarei caduto su quella domanda strana e particolare.
Ma il campione seppe rispondere con certezza: Richelieu (alla fine del romanzo, il Cardinale volle rappacificare i suoi moschettieri con quelli del Re, ma appena uscito questi ripresero a litigare ed è allora che rientra e si esprime semplicemente con un “eh?”).
E che dire del campionissimo, il più grande anche se a vincere la supersfida fu il toscano Andrea Fabbricatore, Massimo Inardi che cadde sull’Agrippa (Marco) del Pantheon per un lapsus con l’Agrippa dell’apologo (Menenio).
Conobbi, nei primi anni ottanta, una delle campionesse di Mike.
Una bella donna, anche se frenetica nelle sue mille attività, che mi raccontò che Mike era persona di grande cultura e molte delle domande erano da lui preparate.
A suo parere anche le celeberrime gaffes erano studiate a tavolino per dare copertura (oggi si direbbe: mediatica) alla trasmissione ed al personaggio Mike.
E Mike si circondò sempre di belle donne, come "vallette", termine scevro da ogni "politicamente corretto", di cui due, su tutte, emergono dal lungo elenco: Sabina Ciuffini, la valletta del Rischiatutto, con le prime minigonne televisive "spinte" e Paola Barale, che in tempi più recenti seppe trovare una propria strada verso il successo televisivo (ma anche lei con notevoli minigonne ai tempi in cui era la valletta di Mike).
E fu un’altra campionessa, Giuliana Longari, la prima vera campionessa del Rischiatutto, divenuta famosa per una gaffe mai provata.
La famosa frase: signora Longari mi è caduta sull’uccello (intendendo: ha sbagliato una domanda di ornitologia).
Mi ricordo che Mike ha più volta sfidato a trasmettere lo spezzone di quella gaffe, ma nessuno ci è mai riuscito.
E come dimenticare il “tifo” mai nascosto per la Juventus e le pubblicità, in cui Mike fu maestro ?
Dalla Grappa Bocchino (“sempre più in altoooo”) a Dash, alle varie televendite all’interno delle sue trasmissioni.
Così moderno che neppure la seconda generazione della televisione (ad esempio Baudo) è riuscito ad eguagliarlo.
Così anche Mike Bongiorno raggiunge Corrado e Alberto Sordi, Alberto Lupo e Virgilio Savona e ascende al pantheon dei miti televisivi di un’Italia che non c’è più, un’Italia migliore, più ruspante anche se più povera, con la sua liretta così oscillante eppure così solida.
Quelli della mia generazione ricorderanno per sempre quel Rischiatutto e, forse, il Fato non ha voluto che a quelle splendide e nostalgiche immagini in bianco e nero se ne sovrapponessero altre, colorate, troppo moderne.

sabato 29 agosto 2009

Omaggio a Virgilio Savona e al Quartetto Cetra



Se anche ne avevamo già scritto proponendo lo stesso filmato, non posso esimermi da un omaggio a Virgilio Savona, "mente" del Quartetto Cetra, deceduto la notte scorsa.
Quando ho letto la notizia della sua morte, mi sono ritornati in mente tanti “siparietti” della televisione degli anni sessanta e settanta.
Una televisione con due soli “canali” in cui si alternavano, con un rassicurante ritmo sempre uguale, il film del lunedì, il telefilm del martedì, il teatro al mercoledì, Mike Buongiorno al giovedì, una scelta random di tutto ciò al venerdì, lo show del sabato sera e lo sceneggiato della domenica.
Il Quartetto Cetra era, di diritto, al sabato sera.
Studio Uno, ma anche le varie edizioni speciali di spettacoli che solo nominalmente erano “one man show”, vedevano questo brillanto gruppo vocale tenere con sicurezza la scena.
Epiche le loro rivisitazioni in chiave ironica di sceneggiati, film e opere.
Brillanti e profonde le loro canzoni, interpretate sena una sbavatura, con classe e ironia, senza mai scendere nel turpiloquio e nella volgarità.
Così come nelle loro interpretazioni.
Altra classe, altri tempi, se si pensa al guittaggio “ideologicamente corretto” di tanti che per un passaggio televisivo si prestano a qualsiasi volgarità (come il ben noto comico di sinistra che ogni volta cerca di tastare i genitali del malcapitato presentatore di turno).
Tata Giacobetti, marito della splendida Valeria Fabrizi, e riconosciuto “bello” del gruppo, fu il primo ad andarsene nel 1988.
Si concluse allora la carriera del Quartetto Cetra che, mancando uno dei componenti, decise di non poter proseguire.
Nel 1990 venne a mancare Felice Chiusano, il “pelato”, che era da tutti ricordato come un buontempone, pronto allo scherzo.
Ieri è deceduto Virgilio Savona, la “mente” del gruppo, marito di Lucia Mannucci quarto e unico componente del gruppo ancora in vita.
Mi piace ricordarlo (e ricordarli) con il brano tratto da you tube e relativo ad una commedia musicale, una parodia dei tanti western dell’epoca, che allora non ebbe successo e di cui abbiamo già parlato.
A me “Non cantare, spara”, piacque e, probabilmente, potrebbe ancora oggi essere trasmesso.
Se non altro per i nostalgici dell’Italia pulita che fu, anche in televisione, quella degli anni sessanta e settanta.

giovedì 13 agosto 2009

Ferragosto

E così siamo arrivati a Ferragosto, una delle tre grandi festività reglioso-mondane che caratterizzano l’anno. Già, perché ormai sono diversi anni che ho l’abitudine di suddividere l’anno solare in tre grandi quadrimestri delimitati dalle tre grandi festività cardine.
Fateci caso: Pasqua, Natale e Ferragosto hanno tanti punti in comune e sono nettamente più importanti di tutte le altre festività religiose e civili.
La loro superiorità deriva da un imbattibile mix di aspetti religiosi e mondani
Vediamoli uno per uno (tenendo presente che per Natale intendo le intere festività natalizie, compresi Capodanno ed Epifania):
1) l’importanza religiosa di Natale e Pasqua è indiscutibile, ma altrettanto evidente mi pare la superiorità di Ferragosto (la festa della Vergine Maria, dell’Assunta) su tutte le altre: vi sfido a trovarne un’altra più importante
2) aspetto mondano: Natale, con la sua corsa agli acquisti concomitante al grande aspetto religioso della festività (le domeniche dell’Avvento) e poi gli esodi massicci verso le località di villeggiatura (montane, ma anche estere); Pasqua, festa in cui l’attesa è soprattutto di natura religiosa (la Quaresima) ma c’è anche un aspetto mondano relativo ai regali (anche se per Pasqua hanno un valore più che altro simbolico: le uova, la colomba,ecc.). E poi, come per Natale, gli esodi verso la località di villeggiatura, ancora più massicci che per Natale, anche se per un periodo più breve. Infine Ferragosto in cui l’aspetto mondano dell’attesa è enorme: il grande rito delle ferie, coi suoi grandi esodi, che iniziano in luglio e terminano solo dopo la celebrazione della festa.
3) Queste tre feste solo le uniche per le quali ci si saluta con un Buon… (Buona Natale e Buon Anno, Buona Pasqua, Buon Ferragosto)
4) Sono le uniche tre feste in cui è tutto chiuso, nessuno lavora e in TV trasmettono regolarmente le interviste alle poche persone costrette, per il loro tipo d’attività, a lavorare
5) Sono le uniche occasioni in cui i giornali non escono (unica eccezione il primo maggio)
6) Per i bancari sono le uniche feste la cui vigilia è mezza festività (anche in questo caso con l’unica eccezione della festa patronale). Si potrà obiettare che la vigilia di Pasqua viene sempre di sabato, ma il contratto prevede che le filiali aperte in quella giornata (ad es. a Pavullo) facciano mezza giornata
7) Ed ora passiamo all’aspetto gastronomico, con l’importanza del momento conviviale di queste tre feste, che non si ritrova in nessun’altra ricorrenza: cenone della vigilia di Natale, pranzo di Natale, cenone di S.Silvestro, pranzo di Pasqua, pranzo di Ferragosto (sì, anche il pranzo di Ferragosto è importantissimo: nella mia famiglia lo è alla pari di Natale e Pasqua; per Ferragosto mio padre ci tiene ad avere tutti i suoi figli a pranzo, come per Natale e Pasqua ed i ristoranti hanno il pienone più totale).

Insomma, è arrivato anche Ferragosto: godiamoci questa festa e ricordiamoci che subito dopo bisognerà pensare al Natale.

Buon Ferragosto

domenica 9 agosto 2009

Ancora a proposito dell'Apollo 11


Ho trovato sul web quest'immagine dei 3 astronauti dell'apollo 11 ricevuti da Obama.
Sono, iniziando da sinistra, Collins, Aldrin e Armstrong.
La prima cosa che mi viene da dire è:
santo cielo, come sono (come siamo !) invecchiati !!!
E' veramente passato tanto tempo, una vita intera.
Un secondo pensiero, meno angoscioso (ma non di molto) è che per fortuna sono ancora tutti vivi ed in buona salute (in fondo trattasi signori ormai molto vicini agli 80 anni).
Bisogna infatti considerare che purtroppo molti degli astronauti protagonisti di quegli anni fantastici sono morti (per l'età, ovviamente, per malattie, per incidenti).

Per tornare all'immagine qui sopra, essa è stata tratta dal sito "forumastronautico.it", fatto molto bene e che consulto quasi quotidianamente.

E allora, faccio mie le parole del redattore del sito: "Thanks, guys" (grazie, ragazzi !, grazie per quelle indimenticabili giornate di tanti anni fa !)

lunedì 3 agosto 2009

5 agosto. la Madonna della neve

Il 5 agosto ricorre la festività della Madonna delle Neve, festività a me piuttosto cara per i legami che ha con la meteorologia e la storia del clima.
La leggenda è probabilmente già nota a molti:
Siamo a Roma, nel IV secolo d.c., durante il pontificato di papa Liberio (352-366): un patrizio di nome Giovanni e sua moglie, non avendo figli, decisero di edificare una chiesa alla Vergine Maria. Nella notte fra il 4 e il 5 agosto comparve loro in sogno la Madonna che disse di edificare la chiesa nel luogo che sarebbe stato indicato da un evento miracoloso.
Lo stesso sogno lo fece papa Liberio.
I tre, svegliatisi la mattina dopo, videro che il colle Esquilino era coperto di neve per una incredibile nevicata fuori stagione: era quello l’attesa miracolo. Su quel colle il papa in persona tracciò nella neve il perimetro della nuova chiesa, che sarebbe diventata l’attuale Basilica di Santa Maria Maggiore.
Questa è ovviamente una leggenda, ma se consideriamo che ogni leggenda di solito ha sempre un sottofondo di verità, non è azzardato pensare che in quegli anni, in cui tra l’altro si registrò un forte raffreddamento climatico, sia successo un evento straordinario quale può esserlo una nevicata (a Roma !!) in pieno agosto.
Ha formulato questa ipotesi l’insigne storico Emmanuel LeRoy Ladurie, nel classico lavoro “Tempo di festa, tempo di carestia. Storia del clima dall’anno mille”
In questi anni surriscaldati, in queste estati roventi quando è un miracolo anche soltanto una massima sotto i 30, fa piacere pensare che in un agosto lontano da noi ormai quasi 1.700 anni, la neve abbia potuto imbiancare le ns.regioni.

lunedì 20 luglio 2009

21 luglio 1969:il primo Uomo sulla Luna

Quaranta anni fa l’Uomo compì una impresa che resterà impressa per sempre in chi, quel giorno, c’era: un piede umano calpestò, per la prima volta, il suolo lunare.
Io non avevo ancora compiuto 13 anni ed ero, come tanti, appassionato della vicenda astronautica che si confondeva obbligatoriamente con i racconti di fantascienza che già da alcuni anni avevo cominciato ad apprezzare per il tramite di Urania.
La copertura, oggi si direbbe “mediatica”, fu completa e ricorderò sempre il duetto di Tito Stagno in studio con Ruggero Orlando da “Nuova” (sì, diceva proprio così) York.
Nomi divenuti oggi mitici e che si vanno ad aggiungere a tanti altri pionieri della nostra televisione.
Ero in montagna, per la precisione a Santa Caterina Valfurva.
Naturalmente con i miei genitori.
I moti studenteschi erano arrivati ancora attutiti in una Italia ancora del benessere, mentre i moti operai, con i devastanti scioperi generali organizzati dalla triplice e che avrebbero distrutto la nostra economia, erano ancora allo stato di minaccia.
Ma quel luglio 1969 eravamo tutti con la testa sulla … Luna.
Le vacanze scorrevano abitualmente in montagna e poi al mare, ma la parte migliore io l’ho sempre considerata quella a casa, a Bologna, con le interminabili partite con gli amici, nei giochi di società da tavolo, all’ombra di qualche albero o direttamente all’interno del vicino bosco durante le calde ore del giorno e a calcio, più sul tardi, quando cominciava a scendere il sole.
Quel 21 luglio eravamo in montagna.
In molti testi leggerete che l’Uomo è sceso per la prima volta sulla Luna il 20 luglio e non il 21 luglio 1969.
Questioni di fuso orario, per l’Italia era il 21 luglio.
Quel 20 luglio era trascorso nell’attesa.
Qualche giorno prima era partito l’Apollo 11, la missione che aveva come obiettivo il raggiungere la Luna, scendere, risalire e tornare a casa.
Tre astronauti a bordo del Columbia: Neil Armstrong, “Buzz” Aldrin e Michael Collins.
Due soli avrebbero avuto il privilegio di scendere con il modulo di esplorazione lunare, il LEM, denominato “Eagle”.
Così avvenne.
Già nel tardo pomeriggio del 20 luglio era programmata la discesa sulla Luna e mio padre ed io eravamo assieme a molti altri ospiti dell’albergo in sala televisione aspettando il momento sognato, temuto, immaginato.
Si susseguirono però i rinvii, a dimostrazione della delicatezza e della rischiosità di una impresa nella quale il Presidente Richard Nixon aveva giocato molto anche dell’autorevolezza degli Stati Uniti nel mondo, perché la discesa sulla Luna era l’epilogo di una “gara” lunga 12 anni con l’Unione Sovietica.
Che la missione Apollo 11 avesse un sapore decisamente fantascientifico lo dimostra anche come, per ingannare l’attesa, la televisione mettesse in onda alcuni film del genere, tra i quali mi ricordo “Il risveglio del dinosauro”.
Poco alla volta la sala si svuota.
Mia madre era già andata a dormire da tempo.
Ad un certo punto, mi ero addormentato, sento scuotermi.
Era mio padre che mi diceva: stanno atterrando (o forse usò il termine “allunando” …).
Era già, in Italia, la mattina del 21 luglio, ancora il 20 luglio per gli Stati Uniti.
Il Lem allunò nel Mare della Tranquillità.
Armstrong e Aldrin fecero la prima passeggiata lunare dell’Umanità.
Celebre la frase di Armstrong, il primo uomo in assoluto sulla Luna, che posando il piede disse: “Questo è un piccolo passo per uomo ma è un grande passo per l'Umanità”.
Ripartirono e ritornarono sani e salvi.
Mi ricordo di aver letto tanti articoli e libri celebrativi e critici.
In particolare alcuni critici sostenevano che, con la discesa dell’Uomo sulla Luna e la conoscenza scientifica del nostro satellite, si sarebbe persa tanta poesia che, nei millenni, era stata motivo di leggenda, di arte, di letteratura o anche, più semplicemente, di tante belle serate romantiche trascorse, tra un uomo e una donna, guardando la Luna e le stelle.
Credo che quei critici fossero completamente fuori strada.
La Luna ha conservato intatto il suo fascino misterioso, nonostante le successive missioni (tra le quali mi piace ricordare la “incompiuta” dell’Apollo 13 con la vicenda dell’equipaggio che rientrava a Terra, senza aver potuto toccare la Luna, per un guasto alla navicella e grazie alla riserva di aria del Lem) o forse perché, ad un certo punto, i costi erano talmente alti che la Nasa fu costretta e terminare l’invio di uomini sulla Luna per dedicarsi al progetto dello Shuttle.
Un progetto dal quale l’Uomo torna a partire per la Luna, per mettervi radici.
La Nasa, infatti, ha già inviato sonde intorno all’antica Selene per determinare la miglior località ove costruire la prima Base Lunare permanente dell’Uomo, prevista per il 2020 (ma non sarebbe più evocativo il 21 luglio 2019, nel cinquantesimo del primo passo ?).
Base Alfa , come in Spazio 1999 oppure semplicemente “Base Luna” come in Ufo ?
Comunque sia, come in Star Trek lo spazio resta la nostra “ultima frontiera”, che ci fa sognare e ci fa paura.
Ma ci fa anche pensare al grande cammino dell’Umanità e a quanto ancora, i nostri nipoti e pronipoti potranno fare e realizzare, perché tale è il destino dell’Uomo.
E mi piace chiudere questo breve ricordo dello sbarco sulla Luna, con il messaggio che Armstrong e Aldrin hanno lasciato, con una targa fissata nella parte inferiore del Lem rimasto sul nostro satellite e che sicuramente resiste al tempo: “Qui uomini del pianeta Terra per la prima volta scesero sul suolo lunare - luglio 1969 A.D. – Siamo venuti in pace in nome di tutta l'Umanità”.

lunedì 13 luglio 2009

Buona Estate

Cari amici e così si va in vacanza.
Per me una settimana in maremma.
Sta arrivando anche un caldo torrido. Ma a me non dispiace.
Beppe grillo si candida nel pd alle primarie : non credo che gli faranno mettere piede nel partito. Ennesimo rovescio per i sinistrati dopo l'uscita folle di Marino sullo stupratore di Roma.
Berlusca incassa indubbio successo col g8 ma le "forze del male" non mollano la presa sulle vicende scabrose private che, possiamo giurarci, terranno banco per tutta l'estate.
Cara Vale io alle Europee ho votato udc. Si torna sempre sul luogo del delitto.
Recentemente ho letto "Il Deserto dei Tartari" e sto affrontando "il Pasticciaccio" di Gadda : stilisticamente complesso ma un capolavoro del '900.
In questo periodo dell'anno mi abbandono sempre al romanzo e diserto il saggio.
Carine le tue notazioni , Vale sulla cultura dei ragazzi di oggi , non mi sorprendono: questo paese è culturalmente in panne: è un valore che non esiste più. Pensate alle vittorie di Napoleone a Waterloo ( con due oo?) di quel megadirigente telecom o alle perle di latino di Berlusca (che voleva incontrare Papà Cervi). O ancora, per par condicio, all'architetto Fuksas che scambiò una citazione di Cesare con un improbabile Cicerone. Mah...
Se tanto mi da tanto...
A tutti una buona estate

sabato 11 luglio 2009

Estate: arrivi, partenze, case, ricordi

Io, invece, parto.

Beh, naturalmente con voi sono in ritardissimo, ma solo oggi apro il blog e vedo il post di Massimo...

La mia maturità è finita ieri e quindi adesso parto io.

Non so se lo sapevate anche voi, ma Leopardi era un estetista e io spero, in inglese, si dice non I hope, bensì "I spere". Il Governo, poi, è formato dai Magistrati……..

Queste le “perle” dei giovani d' oggi…

Per quelle di ieri confido nella memoria di Cesco!

Non so se starò via molto, perchè ho la mia centenaria e amatissima nonna che non sta benissimo, ma ci provo.

A proposito, Claudio, come fare a evidenziare sul Carlino un evento così speciale come il 105esimo compleanno di una nonna ancora lucidissima e in grado di camminare sulle sue gambe?

Vado nelle Marche, in una piccola casa che frequento da sempre...Piccola, sì, ma sul mare (potrei tuffarmici) e con vista Conero...

Se tutto andrà come vorrei, mi rilasserò un po', sperando in qualche giornata di bel tempo...Mi si perdonerà almeno a luglio un po' di incoerenza e, immaginando Massimo in pieno nubifragio, non sono poi così sicura che anche lui non abbia desiderato il sole!

Sole che auguro a Robi & co. nella bella Maremma!

Dicevo che vado nelle Marche, in una casa con un terrazzo più grande di lei.

Piccolo neo: nell’ unico fine settimana trascorso là un mesetto fa, mi si è rotta la veranda; nel tentativo di chiuderla, infatti, sono riuscita a mettere fuori uso, definitivamente e con grande maestria, l' ingranaggio di apertura, ma ho finalmente reso improcrastinabile l' intervento riparatore che, altrimenti, avrebbe atteso un ulteriore annetto.
Poiché la veranda vecchia non si apre e prima di settembre quella nuova non verrà montata, mi chiedo se resisterò alla temperatura torrida di una veranda semisigillata su cui batte il sole cocente per molte ore al giorno.

Non credo, ma c’è sempre uno splendido mare in cui tuffarmi! E poi ci sono tanti meravigliosi ricordi….

A proposito di case e di ricordi, vi regalo due belle poesie, che mi sono appena capitate tra le mani.

Sono certa che piaceranno anche a voi.


BUONA ESTATE, AMICI!

la compravendita

Io vendo la casa con tutto quello che per casa

si intende

Tu compri solo un tetto sopra la testa

Io vendo la soffitta piena di piccioni e fasci di luce

che a strisce gialle si insinuano tra le tegole

tu compri uno spazio adatto per gli oggetti superflui

Io vendo tutte le cene con gli amici le loro voci sonore

Tu compri abbastanza metri quadri dove poter sistemare

una cucina italiana dal design moderno

Io vendo la vista sulle colline viola

e trent’anni di raggi di sole moltiplicati per 365 giorni all’anno

senza contare quelli bisestili

tu compri una finestra rivolta a est

Io vendo latte di luna il suo argento fuso

versato sui tetti dei vicini

Tu compri soltanto una veranda adatta per asciugare i panni

Della camera da letto non voglio parlare

per educazione

Ma posso facilmente supporre quello che tu compreresti

Vendo anche il suono nervoso dei miei tacchi che andavano

avanti e indietro avanti e indietro

su e giù

giù e su

mentre aspettavo i suoi passi per le scale

nel soggiorno

Tu compri il parquet di quercia ben conservato

e mi chiedi

quanto costano i ricordi

a metro quadro?

il trasloco

Da me ci si aspetta una decisione tremenda

fare ordine

buttar via le cose superflue

al momento del trasloco

Essere quella che le chiamerà per nome

una dopo l’altra

(Non riesco a sottrarmi all’impressione

che in questo modo si compia un tradimento)

Devo puntare il dito

afferrare con la mano

e mettere da parte

Quella gonna fortunata con la quale andavo

dal dentista e dal ginecologo

quelle scarpe che da sole conoscevano la strada fino a casa

la tenda dietro la quale eravamo

protetti così bene dai lampioni curiosi

Quel tuo consumato maglione Pierre Cardin

che da profugo hai ricevuto in dono dalla Croce rossa

insieme alla lettera piena di buoni auguri

da parte di una famiglia francese

che non ha voluto (che delicatezza) firmarsi

per non obbligarti alla gratitudine

Com’è tremendo essere colui che indica col dito

Poi guardare come gli operai della nettezza urbana

portano via tutti i ricordi

li macinano insieme a quelli degli altri e li portano all’inceneritore

sopra il quale qualche attimo più tardi

si alzerà una colonna grigia di fumo

(cosa mi ricorda tutto questo?)

Le anime dei nostri oggetti ricadranno su di noi

sotto forma di smog urbano

Emetto condanne a morte

Mi sento come un boia

Non so se sarebbe d’aiuto

mettermi in testa un cappuccio nero

come gli altri assassini

affinché gli oggetti non mi riconoscano.

(Jozefina Dautbegovic da Il tempo degli spaventapasseri

TRADUZIONI DI NEVAL BERBER)