domenica 4 maggio 2025

1923

Più o meno un mese fa, Paramount ha trasmesso la seconda e ultima stagione di "1923", il sequel del prequel "1883" della famosa serie con Kevin Costner "Yellowstone".

Come le altre due serie, anche 1923 è un affresco di un pezzo di storia americana o, meglio, degli Americani.

Harrison Ford è il protagonista e Timothy Dalton l'antagonista.

Sono peraltro storie di varie persone, di Individui che rappresentano il prototipo di coloro che hanno "fatto" l'America, delle sconfitte e delle vittorie che li hanno accompagnati, delle speranze e delle delusioni.

E' come si vedono gli Americani stessi o, meglio, come guardano al loro passato e traggono ispirazione per il loro presente e futuro coloro che rappresentano il nocciolo duro degli Stati Uniti, scevri di ogni correttismo politico, woke, lgbt, blm, cancel culture.

E si capisce perchè eleggono Donald Trump come presidente.

domenica 27 aprile 2025

Tra romanzo, Storia e Ucronia

"L'enigma della maschera" è la sesta indagine poliziesca ambientata da Paolo Lanzotti nella "sua" Venezia di metà Settecento, quando ancora c'era la Serenissima, pur in rapida decadenza come conseguenza, tra le altre, della scoperta dell'America che ridusse il Mediterraneo ad un grande lago interno.

I romanzi di Lanzotti, anche autore di fantascienza, che hanno come protagonista Marco Leon e le sue Ombre agli ordini del Consiglio dei Dieci, pur inventati di sana pianta, sono piacevolmenti incardinati in una Venezia storicamente esistita.

E' il classico giallo che un autore ambienta in un periodo storico importante e spesso sottovalutato.

In Italia abbiamo avuto una Storia millenaria che parte da Roma, in cui si potrebbero ben ambientare storie di fantasia verosimili.

E alcuni autori hanno colto questa opportunità, come, appunto, Paolo Lanzotti, ma anche Matteo Strukul e Alez Connor per la Venezia dei Dogi o, per la Roma classica, i due romanzi di esordio della coppia De Bellis - Fiorillo, con le vicende gialle nella Roma di Silla e Cicerone o la compianta Danila Comastri Montanari con la lunga serie di gialli in epoca imperiale (Claudio) aventi come protegonista il ricco sfondato patrizio e appassionato di misteri, Publio Aurelio Stazio. 

Sono tutti romanzi piacevoli alla lettura per la trama, ma anche istruttivi per il contorno reale in cui vengono incardinati.

Venezia, ad esempio, la Serenissima Repubblica, occupata da Napoleone nel 1797 e, unica tra gli stati prerivoluzionari, mai restaurata dal Congresso di Vienna dopo la definitiva sconfitta del sanguinario tiranno corso.

Perchè ?

Mi sono spesso posto la domanda, cercando di immaginare una Ucronia in cui la Serenissima non solo non fosse stata cancellata dalle armi francesi, ma, anzi, avesse, dopo la scoperta dell'America, intuito che per sopravvivere avrebbe dovuto essere lei a formare lo stato unitario italiano.

Del resto i presupposti c'erano tutti.

Venezia era una potenza, aveva tenuto testa ad aggressioni molteplici dagli stati europei all'espansionismo islamico.

A Venezia sorse il primo ghetto dove gli ebrei potevano vivere in una relativa tranquillità che non avevano altrove.

Venezia aveva affiancato agli inquisitori della chiesa, propri magistrati che avevano comunque l'ultima parola sulle accuse che nei secoli venivano mossi a presunti eretici e fantomatiche streghe.

E chissà come sarebbe stata l'Italia, se l'Unità fosse stata realizzata partendo dal Nord Est e non dal Nord Ovest.

 

domenica 20 aprile 2025

Pasqua di ...

Oggi, Pasqua, eccezionalmente con il Campionato e che partita !

Bologna-Inter.

Noi per un posticino in una qualche straccio di campionato sovranazionale (che a me interessa solo per la remunerazione che può avere per la società), loro per inseguire il sogno dello scudetto che già altre volte, per merito del Bologna, hanno dovuto abbandonare.

E mi auguro che oggi non si continui su tale linea, con buona pace di tutti gli amici che tifano Inter.

 



domenica 13 aprile 2025

Le velenose conseguenze delle serie pluriennali

Nei giorni scorsi ho completato la visione di tutte le tredici stagioni, che precedono quella in corso di trasmissione su Rai2, di Blue Bloods.

Non so per quale ragione non abbia, a suo tempo, iniziato a guardare una serie molto bella, totalmente nelle mie corde e con una piacevole abitudinarietà che si può riassumere nella cena domenicale della famiglia Reagan con la quale si concludono quasi tutti gli episodi (alla fine saranno quasi 300).

La trama è articolata sulle vicende dei componenti di una famiglia con una tradizione nella Polizia di New York di cui il protagonista è comandante, dopo che anche suo padre aveva ricoperto lo stesso ruolo.

Il padre, attorno al quale ruotano gli episodi anche se ogni componente ha le sue vicende autonome, è interpretato da un perfetto Tom Selleck, il Magnum della serie originale "Magnum P.I.".

La serie è piacevole ed è un peccato che con la stagione in corso abbiano deciso di abbandonarla ma tutto ha una fine.

Soprattutto quando il tempo passa anche per gli attori e guardare a distanza ravvicinata gli episodi iniziali per poi arrivare a quelli attuali, lo si vede chiaramente.

Tom Selleck ha oggi 80 anni e ne aveva poco più di 60 quando iniziò la serie.

Oggi la sua recitazione è quasi sempre da seduto e i pochi passi che gli si vedono compiere sono quelli, prudenti, di un ottantenne robusto, quando all'inizio della serie impugnava ancora la pistola e, in alcuni episodi, si prestava a scendere sul campo.

Anche le attrici nelle lunghe serie manifestano il passare del tempo, pur cercando di mantenersi al meglio, come la figlia interpretata da Bridget Moynahan, che oggi avrà più di 50 anni e all'inizio della serie poco meno di 40.

Il tempo non concede sconti a nessuno e le maratone televisive su serie che si erano perse, sono la miglior cartina di tornasole di come, tutti noi, dobbiamo fare i conti con l'inevitabile scorrere degli anni. 

Il tempo, forse il più onesto principio di uguaglianza che ci sia.

domenica 6 aprile 2025

Carbonara day


Oggi è il giorno dedicato alla carbonara, la ottima pasta che, si dice, sia stata preparata per la prima volta, sul finire della seconda guerra mondiale, a Roma, sotto l'occupazione angloamericana.

Ma le versioni sono molpteplici.

Ascoltando la radio ho avuto l'impressione di un ring tra ascoltatori, ognuno dei quali vantava di possedere la ricetta autentica e unica di ciò che si chiama "carbonara", negando legittimità alle alternative.

Personalmente non mi curo della purezza della ricetta, ma del sistema di preparazione e ognuno di noi ha affinato il suo, per rendere la pasta corrispondente al proprio gusto.

Così l'uovo, ma solo il tuorlo, lo utilizzo senza fare la "frittatina", ma annegandovi gli spaghetti o i rigatoni appena cotti.

Uso la pancetta affumicata di Praga tagliata a listelle e non il guanciale, il parmigiano e non il pecorino, l'olio e non il burro.

E viene il piatto che, per il mio gusto, è quello più gradito.

E poichè non abbiamo (fortunatamente) tutti gli stessi gusti, ognuno si prepari la carbonara come più gli piace, con gli ingredienti che fanno parte della sua Tradizione culinaria e che si confanno maggiormente ai suoi gusti.

Buon appetito !

domenica 30 marzo 2025

Ci risiamo con l'ora "legale"

E così siamo di nuovo sotto la tagliola dell'ora legale.

La conduttrice del giornale radio di questa mattina mi ha informato, tutta giuliva, che con i sette mesi di ora "legale" risparmieremo 100 milioni di euro, praticamente 1 euro e quaranta centesimi a testa: ne vale la pena ?

Ho sempre avuto la sensazione che gli "oralegalisti" pensino che, con l'ora "legale", anche il Sole obbedisse al diktat statalista e aumentasse l'orario di luce.

Sappiano invece che no, non è così, le ore di luce sono sempre quelle, con l'ora "legale" che le articola forzatamente in modo da favorire i nottambuli, quelli che "tirano tardi" e che si presentano al lavoro ingrugniti, con gli occhi rossi e gonfi, carburando solo nella tarda mattinata.

Altra cosa che non ho mai capito.

Sarà perchè, come si dice, chi ha la pressione alta (ed io l'ho alta) tende ad essere attivo sin dal primo mattino e ad andare a dormire con le galline, ma ho sempre cercato di essere regolare negli orari e, soprattutto adesso che sono in pensione e rischio di fare sin troppi strappi, mi trovo molto meglio ad assecondare una naturale alternanza della luce e del buio, essendo attivo nel primo caso, dormendo nel secondo.

Non in base a quando una legge mi dice che devo dormire o alzarmi, ma quando c'è luce o buio e questo avviene a prescindere dall'ora "legale", perchè, alla fine dei conti, per quanti decreti o direttive europee possano essere emanate, in inverno ci sarà sempre luce per 8-9 ore e in estate per 15-16.

Con buona pace di chi pretende di imporre alla Natura di agire secondo i dettami del politicamente corretto e della transizione ecologica.

domenica 23 marzo 2025

Piacevole sorpresa

Ogni tanto abbandono il certo dei romanzi gialli dei primi sessanta anni del Novecento (e anche di fine Ottocento) e i (pochi) autori consolidati contemporanei, per provare qualche nuovo sapore, il più delle volte attratto da un riassunto della trama che, ex post, risulta molto meglio del romanzo.

Ultimamente ho letto delle autentiche ciofeche, purtroppo ormai scrivono tutti, si autopubblicano e talvolta ho l'impressione che il romanzo, per caratteristiche, personaggi, intrecci che si ripetono con le sole varianti delle località e dei nomi, sia scritto dalla intelligenza artificiale (e paradossalmente sono quelli più gradevoli).

Oggi, però, ho il piacere di poter apprezzare un romanzo, Il Santuario di Sarah Pearse, inglese, che è avvincente, non originale, ma sapientemente condotto.

Di un giallo non si deve scrivere troppo perchè si rischia di togliere il piacere della lettura, ma posso sicuramente scrivere che l'ambientazione, la combinazione è tipicamente inglese.

Chi ama l'Ispettore Barnaby o i nuovi romanzi di Angela Marsons e Patricia Gibney, non può non amare questo romanzo che mi ha spinto ad acquistare anche gli altri due dell'Autrice, con la stessa detective protagonista e che mi accingo a leggere per vedere se posso confermare l'opinione dopo questa prima lettura o cestinare il tutto.

Un'ultima osservazione di carattere generale.

Film, telefilm, romanzi, gli autori inglesi sembrano conservare una qualche supremazia rispetto alla concorrenza europea e di oltre oceano.

domenica 16 marzo 2025

Curfew (coprifuoco)

Su Paramount+ vengono trasmessi film e serie interessanti, anche se, nella quantità, talvolta si provano e si trovano degli autentici bidoni.

Ci sono poi alcune proposte che rappresentano l'estremizzazione di un pensiero che sta prendendo piede e che si traduce persino in norme di legge come quella che il Governo ha varato (disegno di legge) l'8 marzo con l'introduzione del reato di "femminicidio" che rappresenterebbe una aggravante dell'omicidio.

In sostanza, uccidere una donna (sia pur per motivi sessuali bla bla bla) è più grave dell'uccidere un uomo.

Su quella linea la serie citata nel titolo.

Una delle abituali, ben fatte, serie di produzione inglese, sei episodi del 2024 da non confondere con gli otto, stesso titolo, del 2019, che è ambientata in una Londra distopica in cui è stata approvata una legge che impone il coprifuoco (curfew, appunto) a tutti gli uomini, dalle 19 alle 7 per evitare i femminicidi (la serie del 2019, invece, si riferiva ad un coprifuoco contro la diffusione di un virus).

Poichè la trama è gialla, non scrivo altro, ma voglio evidenziare che se qualcuno ha pensato ad una serie sul coprifuoco (con tanto di braccialetto elettronico !) contro gli uomini, evidentemente, considerando la fantascienza "letteratura di anticipazione", c'è chi magari non lo vedrebbe come un qualcosa di aberrante come invece è.

Del resto si sprecano uomini che dichiarano la propria "responsabilità", purtroppo non limitandosi a dire "io", ma parlando, senza alcun titolo, a nome di tutti gli uomini e usando il "noi".

Quel telefilm ha comunque una trama gialla interessante ed un'idea di base che appartiene pienamente alla miglior fantascienza distopica, ma proprio per questo deve rappresentare un monito perchè si fermi questa deriva colpevolizzante contro, genericamente, "gli uomini".

Ricordando sempre che ognuno è responsabile di quello che fa, lui, non di quello che fanno gli altri e che un omicidio è una aberrazione, indipendentemente dal fatto che la vittima sia uomo o donna.

domenica 9 marzo 2025

Il valore dei classici

Nelle mie escursioni settimanali in libreria, ho notato che, a fianco di titoli nuovi di zecca (e decisamente improbabili come romanzi "gialli" scritti da ristoratori) ci sono offerte di classici, sia della letteratura generica, che specializzata, come la letteratura di anticipazione.

Da anni è invalsa la moda di pubblicare essenzialmente Bradbury e Dick che a me, in tutta franchezza, non hanno mai convinto.

Ultimamente ho visto che sono in corso alcune riedizioni di John Wyndham, il grande scrittore inglese che evocava scenari apocalittici in arrivo, in corso o accaduti.

Wyndham, come tanti altri autori (ad esempio, tra i gialli, Rex Stout che adesso viene riproposto da un altro paio almeno di case editrici), era una pubblicazione esclusiva di Mondadori ma probabilmente, con il trascorrere del tempo, sono venuti meno i diritti.

Così un titolo di prestigio come "Il Giorno dei Trifidi", il capolavoro riconosciuto di Wyndham, trova una nuova edizione per Neri Pozza, editore generalista, mentre la Casa Editrice Elara, specializzata in fantascienza,  annuncia una serie di romanzi, uno dei quali, "Progetto Caos", inedito, dell'Autore Inglese, avendo peraltro già pubblicato una edizione con traduzione integrale de "Il villaggio dei dannati" e adesso "Clandestina su Marte" ed avendo già inserito in catalogo per la prossima uscita "Il risveglio dei Kraken".

Mi auguro che questa riscoperta della fantascienza degli albori, quella degli anni dei sogni, possa continuare con altri autori che possono essere riscoperti con successo, come l'Hamilton del ciclo di John Gordon (e tanti altri) e il Maine de "Il grande contagio" (e tanti altri) che sembra scritto non nel 1962 ma nel 2022, dopo l'ambigua vicenda del covid e le limitazioni alla libertà individuale imposte coattivamente in quasi tutto il mondo. 

domenica 2 marzo 2025

In quanti per cambiare una lampadina ?

Dicono che manchino artigiani, lavoratori specializzati e non, tecnici.

Poi guardo i titoli di coda di un telefilm di oggi e scorrono decine di nomi, forse un centinaio, quando nei prodotti ben più di qualità degli anni Sessanta e Settanta (penso ad esempio al Maigret con Cervi o al Nero Wolfe di Buazzelli e Ferrari) gli addetti a questo o quello erano una decina o poco più.

Il colmo è stato ieri pomeriggio, quando aspettavo il giornale radio delle 17 e, intanto, andava ad esaurimento "Tutto il calcio minuto per minuto", nella odierna versione ridotta, ridottissima, con appena una partita di serie A e quattro di serie B.

Ebbene il giornale radio è iniziato con tre minuti di ritardo perchè il conduttore, di cui non ricordo il nome e che dovrebbe essere il successore di Roberto Bortoluzzi, è stato costretto, suppongo da un diktat sindacale tradotto in norma contrattuale, a leggere i nomi, infiniti, di tutti coloro che hanno "collaborato" alla messa in onda, immancabilmente da ringraziare con nome, cognome e attività di competenza.

Ma quanti sono ?

Una volta ci arrivavano le notizie tramite un radiocronista assistito da un solo tecnico, adesso sembra che per ogni radiocronista che si spedisce allo stadio debba esserci una intera squadra di assistenti.

Mi torna in mente la barzelletta che chiede quanti (e qui ci sta la indicazione di abitanti di una città o di lavoratori di una certa categoria particolarmente invisa a chi racconta) occorrono per cambiare una lampadina ?

Con la risposta più gettonata che li indica in tre: uno che tiene la lampadina e gli altri due che lo fanno girare.