Dopo quindici anni la Juventus torna a vedere gli spettri della crisi.
Se quindici anni fa fu crisi esclusivamente societaria, derivante da un (per me molto equivoco) "scandalo" per le pressioni che si dice fossero state operate dai suoi dirigenti, questa volta sembra che si unisca la crisi societaria a quella economica e a quella di risultati.
L'anno scorso abbiamo irriso il povero Pirlo alla sua prima avventura sulla panchina più prestigiosa della serie A, ma il ritorno di Allegri è coinciso con un tonfo ancora più pesante, segno evidente che il ciclo Juventus è terminato e che la squadra dovrà essere ricostruita.
Un problema se consideriamo che la dirigenza sembra impantanata in una vicenda di plusvalenze che, probabilmente, se si andassero a guardare bene i conti, ogni società manovra in base alle proprie convenienze.
Forse la scelta, poi frettolosamente abbandonata, di una super lega europea con spagnoli e inglesi non era poi così peregrina.
Ma la dirigenza juventina non ha neppure avuto il coraggio di insistere su una scelta innovativa.
Non ci sono più gli Agnelli di una volta.
Nessun commento:
Posta un commento