domenica 20 dicembre 2020

Un Natale mai visto

Se per me il Natale 2020 sarebbe comunque stato diverso, essendo il primo da esodato/pensionato dopo 38 anni di lavoro, il virus cinese lo ha reso diverso per tutti.

A parte lo slalom interpretativo delle norme imposte dal governo che, come sempre quando si vuole regolamentare tutto, hanno vuoti e sono spesso impraticabili, il virus cinese incide profondamente sull'atteggiamento delle persone, facendo prevalere un brutto sentimento: la paura.

Da alcuni giorni sono in montagna, nella "seconda casa", dove negli ultimi anni trascorrevo anche Natale e Capodanno.

Quest'anno no, martedì o mercoledì rientrero a casa, fondamentalmente per due motivi.

Gli amici che ugualmente hanno una casa da queste parti, non verranno.

Restano in casa, a Bologna.

La zona rossa istituita proprio per Natale e Capodanno impone restrizioni draconiane e se sembra ammesso trasferirsi nella seconda casa purché in regione, nulla si dice circa gli spostamenti nel comune dove ci si può recare.

Poiché sono vietati in genere tranne quelli dettati da urgenze etc., immagino che dovrei stare in casa e, allora, tanto vale restare a Bologna.

Senza contare la seccatura di dover eventualmente attestare il possesso di una seconda casa nel caso (troppo probabile) di un accertamento.

Oggi, domenica, è giorno di mercato, solitamente affollato di locali e "turisti".

I parcheggi sono semideserti e in giro tra le bancarelle siamo pochissimi.

Gli ambulanti augurano buon Natale e buon Anno Nuovo, perché, causa i divieti, quello di oggi è l'ultimo mercatino dell'anno, se ne riparlerà il 10 gennaio 2021 (Conte permettendo).

Almeno ho fatto un po' di scorta di Parmigiano.

Fra cinque giorni sarà Natale, un Natale diverso, mai visto.

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