domenica 5 aprile 2020

Narrativa di anticipazione

Prima che Monicelli (Giorgio, non Mario il regista che ne era il fratello minore) coniasse il fortunatissimo termine "fantascienza", i (pochi) appassionati parlavano di "narrativa di anticipazione", cioè racconti che ipotizzavano come sarebbe stato e cosa sarebbe accaduto nel futuro più o meno prossimo.
Da Verne a Wells di ipotesi ne fecero tante, illuminante La macchina del tempo di Wells che, mentre il protagonista viaggia nel futuro, incontra varie epoche che vengono brevemente immaginate dall'autore.
Lo stesso Verne sorprende con Dalla Terra alla Luna e un percorso singolarmente paragonabile a quello che fecero le navicelle Apollo.
Anche la vicenda che viviamo oggi del virus cinese ha avuto molteplici varianti in romanzi e in film.
Ho più volte citato i Sopravvissuti, la serie inglese della seconda metà degli anni settanta molto, ma molto compatibile con l'attuale situazione (tranne l'elevata mortalità della finzione che si contrappone alla contagiosità non accompagnata da altrettanta mortalità della realtà che stiamo per ora vivendo).
Ma di anticipazioni sulla "fine della Terra" o della vita per come la conosciamo ve ne sono tantissime e non necessariamente in base al virus.
L'Asteroide, ad esempio o vicende tutte terrene che troviamo in un bel romanzo di Eric Maine "Il vampiro del mare", fine anni cinquanta o il film "E la Terra prese fuoco", inizio anni sessanta.
John Wyndham fu un maestro nel delineare le situazioni che si creano in momenti di grave crisi, mentre negli anni settanta troviamo film improntati ad un pessimismo sul nostro futuro che preconizzavano una distruzione della razza umana.
Non si parla di virus ma spesso troviamo descritte ottuse disposizioni di legge che privano i cittadini della loro libertà e alcuni che invece combattono individualmente.
E si salvano.

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