Sembra il titolo di un romanzo o di un film di impronta catastrofica: non è così.
Anche se ci sono stati film che hanno immaginato nevicate imponenti da coprire tutto il globo e le gelate successive (ad esempio ricordo e consiglio, per un paio d'ore di brividi spensierati e senza pretese "The day after tomorrow").
Niente di tutto ciò.
Però, dopo le abbondanti nevicate in montagna che hanno fatto di quella 2017-2018 una ottima stagione per il turismo invernale e una raccolta imponente di acqua (oggi sul Carlino una fotografia della diga di Ridracoli che tracimava, tanta acqua si era accumulata), anche Bologna ha avuto la sua spolveratina.
Niente da paragonare anche a nevicate del recente passato (penso al 2009 o al 2012) ma abbastanza da dare al paesaggio quel sapore a mezzo tra la nostalgia e la tranquillità di cui abbiamo tanto bisogno nell'epoca in cui, per colpa degli strumenti diabolici di internet, siamo tempestati di richieste, consigli, inviti e che trasformano anche il lavoro in una specie di catena di montaggio con ritmi che non consentono una seria riflessione.
La neve cancella tutta la frenesia del mondo.
Forse anche perchè si è costretti ad uscire a piedi ed a camminare lentamente se non si vuole finire a gambe all'aria e, allora, tutto si rallenta, tutto diventa migliore.
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