Colpo di scena nel Bologna.
Sembrava che, con una stretta di mano, Albano Guaraldi, presidente e detentore della maggioranza assoluta delle azioni del Bologna, avesse ceduto il comando a Massimo Zanetti, re del caffè, quando, con una inversione che, moralmente, mostra solo lo spessore di chi l'ha compiuta, il consiglio di amministrazione del Bologna (cinque soci) ha deciso di cedere alle offerte degli Americani, di cui si conosce solo il portavoce (Joe Tacopina) ed uno dei soci (Joey Saputo).
Intendiamoci, i soci davanti alla coerente posizione di Zanetti che negava loro qualsivoglia remunerazione del capitale investito, non volendo pagare per "premiare" la retrocessione, hanno legittimamente difeso i loro interessi economici, accettando l'offerta di chi proponeva di versare loro sei milioni.
Dal punto di vista del Bologna, però, quei sei milioni sono sei milioni tolti alla squadra, sei milioni in meno per la rinascita.
Senza considerare che ancora sfugge la ragione per cui Tacopina e Saputo vogliano, così pervicacemente, il Bologna calcio, appena retrocesso, senza un pubblico diffuso che abbia seguito nazionale, senza un brand che possa servire ad un lancio a breve sul mercato di prodotti di vario genere.
Ma, soprattutto, con l'entusiasmo inopinato della maggioranza dei tifosi, si è abbandonata la via certa di un grande imprenditore Italiano, con radici, anche se non di nascita, bolognesi e con interessi a Bologna, tali da garantire i suoi legami in città e, quindi, l'interesse a non ababndonare la squadra, per scegliere l'avventura con un gruppo ancora ignoto nella sua composizione globale, senza radici nè interessi di alcun genere in città e che, alle prime difficoltà, potrebbero semplicemente prendere un aereo e sparire per sempre.
Le dichiarazioni di Zanetti riportate oggi sul quotidiano della città, non lasciano adito a dubbi.
Se, dopo la rivolta dei "nani" che portarono alla presidenza Guaraldi (conclusasi con la retrocessione e il balletto nelle trattative di cessione) dichiarò che lui per il Bologna c'era sempre e se chiamato avrebbe rispoto, oggi, dopo il voltafaccia di quegli stessi "nani" che si erano recati in pellegrinaggio a Treviso per chiedere il suo intervento, ha dichiarato di non volerne più sapere.
Adesso il Bologna è veramente solo.
Non resta che sperare che Tacopina, Saputo e soci non siano un bluff, ma abbiano veramente interesse a riportare il Bologna in serie A e poi a trasformarlo in una formazione competitiva.
Anche se non riesco proprio a capire il "perchè" dovrebbero avere questo interesse.
Ma non posso che sperarci, non avendo alternativa.
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