lunedì 6 maggio 2013

Carosello. Ritorno di un mito

Ne scrissi già a febbraio del ritorno di Carosello.
Un mito per noi che, ormai, siamo più vicini ai sessanta che ai cinquanta.
E se, dopo 36 anni di silenzio, ne abbiamo ancora ben presente la sigla e le storie il termine "mito" gli spetta di diritto.
Immagino sarà una delusione, come fu, un anno fa, il Nero Wolfe di Pannofino, ma ciò non toglie che questa sera mi guarderò la riedizione di Carosello, libero di criticarne la messa in onda e di rifarmi gli occhi con il Carosello della nostra infanzia e adolescenza.
Non sia mai, però, che mi possa sorprendere.
Magari Carosello può aiutare a recuperare quell'ottimismo nel futuro indispensabile per superare i momenti di crisi di una società, esattamente come accadde negli anni cinquanta e sessanta.
E mi piace pensare che da stasera una nuova generazione di bambini possa crescere andando a letto dopo Carosello, senza perdersi e rincitrullirsi in tanti giochi elettronici davanti ad un computer, ma con una bella storia che stimoli la fantasia, da ricordare nei propri sogni e nella quale specchiarsi come diretti protagonisti.

1 commento:

  1. Dopo il primo Carosello della prima serie. Bene la sigla. Benissimo la riesumazione di Jo Condor. Da rivedere la storia dell'Eni. Inadeguata la Conad i cui realizzatori non hanno capito lo spirito del programma. Non mi ricordo (quindi pessima perchè non la si ricorda) la quarta pubblicità. Il tutto troppo breve e ... finito troppo presto per andare a letto dopo Carosello ... :-)

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