Caro Claudio puntuale e piacevole come sempre il tuo post.
condivido la passione e l'amore per il genere in questione.
Aggiungerei solo alcune notazioni legate al mio gusto personale.
Pur con il massimo rispetto per Sergio Leone, Morricone etc. ritengo per varie ragioni che il western sia un prodotto eminentemente americano e ancora più particolarmente di quel geniale laboratorio di cervelli che fu hollywood negli anni '50 e '60 che seppe fondere stupendamente registi attori e sceneggiatori in un amalgama irripetibile.
Nasce dall'epica della conquista dell'ovest, rispecchia i valori fondativi della società americana- in maniera forse un po' infantile - ma ancora questi valori la impregnano. Il bene e il male ne risultano perfettamente delineati senza zone grigie. E infine resiste al tempo in quanto generatore di miti profondi universalmente validi ( queste cose non accaddero mai ma sono sempre!).
Gli indiani, la prateria , i bisonti, il pistolero, lo sceriffo, la casa isolata , la terra , l'esercito , la colt il combattimento a pugni nudi , il cavallo, la carovana ed altri ancora innumeri , gli ingredienti archetipi che possono essere magistralmente composti e ricomposti- a patto di rispettare le dosi per confezionare un piatto degno-una sorta di Iliade contemporanea.
Le dosi appunto!!, per questo non amo molto Sergio Leone i dosaggi di certi ingredienti sono eccessivi e il piatto " di spaghetti"è irrimediabilmente rovinato.
Non ho citato i film che preferisco perchè sono innumerevoli , molti già menzionati da te. Spenderei due parole però per due grandi attori che mi pare siano stati trascurati: Peck e Lancaster , due giganti anche nel genere : In "the Big Country" di William Wiler e "Law man" di Michel Winner- e sempre restando su Lancaster come non pensare a "Nessuna pietà per Ulzana" in cui gli indiani imitano il suono della tromba per fare allentare la guardia al povero contadino che si chiuso in casa per proteggere la sua terra !! ma la passione mi prende la mano...
il western è cosi : circolare, puoi cominciare a parlarne da qualsiasi punto : un attore, un regista una battuta , una storia e andare avanti all'infinito in "un'eterna ghirlanda brillante".
voglio concludere con la battuta che più mi è impressa nella memoria : il film è "The law e Jake Wade" di John Sturges con R. Taylor ex pistolero redento ora sceriffo e il grandissimo R. Widmark . Il film inizia con la cattura di Wade ( il buono) da parte dell'ex amico
pistolero e bandito che vuole recuperare un bottino sepolto da Wade alcuni anni prima nel corso della loro ultima rapina insieme. Il ritmo del film é fin dal principio incalzante-altro ingrediente che non deve mancare - quando per i due eroi positivi Wade e la sua compagna, anche lei catturata, tutto sembra perduto la ragazza chiede a Taylor , ci salveremo ? e Taylor- Wade risponde: lui (Widmark) sa che prima o poi commetterà un errore e allora avremo una possibilità! E infatti più avanti nella città morta il cattivo si siede, si accende il sigaro ormai sicuro di sè con il suo ghigno beffardo e lancia la pala a Wade che scavando per il bottino trova il forziere e anche la pistola che aveva anni prima diligentemente seppellito con il denaro......sorpresa!
ciao a tutti e buon w.e.
Caro Roberto, non posso che essere d’accordo su gran parte del tuo intervento. Mi sembra di tornare ai vecchi tempi, quando tu disegnavi e io commentavo (sul tuo diario, ricordi?). Soprattutto la citazione di Nessuna pietà per Ulzana non sai quanto l’apprezzi. Un western in cui i pellerossa sono crudeli, altro che Soldato Blu, Little Big Man. Qui non si seppellisce nulla a Wounded Knee… Ma una cosa la devo dire ancora. Senza l’America non ci sarebbe il western, ma proprio quando il genere era morto (è un fatto) Leone gli ha ridato vita. E le “dosi” dopo i primi due film non sono certo eccessive. "C’era una volta il West" cos’è se non l’inizio di una seconda trilogia, quella della seconda frontiera americana, la fine dell’epoca della conquista e l’inizio dell’età industriale. (Dopo "Giù la testa" il culmine di tutto si raggiungerà con "C’era una volta in America", ma per quello che considero il “miglior film” ci sarebbe scrivere troppo). Pensa al balletto di morte di quei personaggi destinati all’estinzione che vivono il loro destino fino in fondo: Frank/Henry Fonda e Cheyenne/Jason Robards muoiono, Armonica/Charles Bronson chissà dove andrà a morire. Jill/Claudia Cardinale rimane. La donna, è lei il punto di riferimento: il progresso ha unito le due coste dell’America (la ferrovia), la donna può diventare il nucleo della società che si sviluppa. Gli altri tre sono il simbolo di un mondo che sta finendo. Armonica uccidendo Frank uccide se stesso. I critici sottolineano come ognuno dei protagonisti ha un suo tema musicale, Frank no. Il suo tema è lo stesso di Armonica diversamente orchestrato: Frank è l’altra faccia di Armonica. Uomini del passato. Ford era il cantore della nascita di un mondo. Leone ne racconta la morte. Il personaggio simbolicamente più vivo forse è Cheyenne: con la sua morte finisce il vecchio West, inizia un nuovo mondo. Credo che ci sia molto più di “americano” nei film di Leone che in tanti classici peraltro splendidi. Ma ci sarebbe da parlarne per giorni e non vorrei annoiare nessuno. Certo che, a parte qualche eccezione notevole, il western adesso è morto e non so proprio spiegarmi il perché.
RispondiEliminaSaltiamo subito qui, per non disperdere i temi. Sono lieto di registrare che per i miei coetanei il Western resiste come cinematografia e come mito. Ovvio che ognuno veda quel che ha maggiormente suscitato il suo interesse. Sono parzialmente d'accordo con Roberto sul fatto che il Western è l'America. Se in Italia avessimo voluto prendere spunto dalla nostra storia per costruire una epopea cinematografica, avremmo dovuto ricordare Roma e il tentativo di farla rinascere con il Fascismo, oppure il Risorgimento. Non vi sono altri eventi - se non singoli episodi come la disfida di Barletta - che possano esercitare un fascino, con una base storica che renda onore alle Armi ed al Valore Italiano, per costruire un qualcosa che sia strettamente "nostro", come è il Western nella giovane storia degli Stati Uniti. Questo però non significa che un regista non americano, nella fattispecie Leone, non potesse catturarne lo spirito. I primi due film sono godibili e possono rientrare perfettamente nel filone Western. Giù la testa e C'era una volta in America (questo l'ho visto una sola volta: ricordo ancora l'interminabile trillo iniziale del telefono che mi ha maldisposto da subito verso il film) rappresentano invece la visione europea dell'America, quindi una visione decadente (o se vogliamo essere cinici: disincantata). Non sono Western, non rappresentano lo spirito americano, non rappresentano l'evoluzione e la crescita degli Stati Uniti, ma sono solo un gioco intellettuale del regista che ha scelto quelle ambientazioni.
RispondiEliminaC'era una volta il West, invece, rappresenta in pieno lo spirto di una nazione giovane che veniva costruita giorno dopo giorno, con "sangue, sudore e lacrime" (beh ... la citazione non c'emtra con l'epopea western, ma passatemela lo stesso :-).
In quel film c'è tutto il Western classico, meglio di quanto non avrebbe potuto fare un regista americano. Quel film è il miglior omaggio al Western (e agli Stati Uniti) che uno straniero potesse rendere.
Perchè il Western è decaduto ?
Mah, io una idea l'avrei. Forse perchè esprimeva Sentimenti e Valori forti, netti, la cui riproposizione avrebbe tormentato troppo le coscienze di chi, pur di guadagnare, non esita ad esaltare devianze e perversioni, spingendo tutta la Civiltà Occidentale verso una deriva morale di cui, ancora, non si intravvede la fine. E il Western, invece, esaltava quei Valori che adesso sono irrisi, in America come in europa.