domenica 13 luglio 2025

Letteratura di anticipazione

La Fantascienza è stata a lungo irrisa dagli ambienti snob, autoreferenzialmente "colti" dei circoli letterari e cinematografari, salvo poi scoprire che il seguito di pubblico era tale che poteva persino sostenere una casa editrice.

E' così cominciata una rivalutazione che ha avuto picchi dopo successi come Guerre Stellari e Incontri Ravvicinati del terzo tipo, al punto da far uscire dagli archivi una serie vecchia e bellissima: Star Trek, la Serie Originale, prodotta per tre stagioni tra il 1966 e il 1969 che ha poi dato seguito a numerose altre versioni a cominciare da The Next Generation iniziata nel 1987 (oltre alle serie animate che non sono francamente di mio interesse).

Non voglio fare una storia di Star Trek o della Fantascienza, ma prendere spunto da quella memorabile serie e le successive fino alla odierna "Strange and New Worlds", per richiamare il concetto di "letteratura di anticipazione" attribuito alla Fantascienza.

Verne anticipò, quasi con matematica precisione, l'orbita necessaria per arrivare sulla Luna e ritorno.

La già richiamata Star Trek mostrava già nel 1966 i "comunicatori", incredibilmente simili ai telefoni cellulari apparsi in uso comune trenta anni dopo.

Charles Eric Maine, nel 1960, scriveva un romanzo dal titolo "Contagio" che anticipava di sessanta anni il covid, con la reclusione dei cittadini nelle loro abitazioni, la sottrazione delle più elementari libertà, persino le mascherine (peraltro utilizzate sin dalla peste di Atene quasi 2500 anni fa).

A quando la realizzazione di due, geniali, intuizioni come il replicatore di vivande e il teletrasporto ? 

domenica 6 luglio 2025

Un fantasy per l'estate

Non sono un appassionato del Fantasy che, ormai, ha preso il sopravvento sulla Fantascienza, forse perchè le storie che vi vengono raccontate sono come le fiabe per bambini e l'epoca contemporanea mi sembra che sogni poco il futuro, abbia esaurito quelle speranze, quelle visioni, quegli spazi immensi che appartengono alla Fantascienza e hanno fatto da traino e anticipazione a tanti eventi che poi, in qualche modo si sono realizzati.

Pensiamo al viaggio sulla Luna e ritorno preconizzato da Verne o ai comunicatori di Star Trek tanto simili ai nostri cellulari.

Anche il Fantasy più ... fantascientifico come quella di Tanith Lee non mi ha mai preso come un bel romanzo di avventure spaziali di Edmond Hamilton o uno post catastrofico di John Wyndham.

Mi sono quindi accostato con perplessità alla scelta della Elara, la casa editrice bolognese erede e continuatrice della Libra e della Perseo di Ugo Malaguti, di pubblicare la trilogia di RJ Baker sulle navi d'ossa: Le navi d'ossa, La chiamata delle navi d'ossa, Il retaggio della nave d'ossa.

Tre volumi da circa 600 pagine l'uno in cui l'Autore ha inserito tutti i suoi sogni, la sua immaginazione, il suo mondo incantato, anche se molto violento e poco fiabesco.

Ho appena terminato di leggere il terzo e conclusivo (salvo ripensamenti che potrebbero arrivare dal successo della trilogia) volume e non posso che confermare l'apprezzamento per lo sforzo letterario e di immaginazione che, a differenza di altri romanzi Fantasy, superate le prime decine di pagine, perchè, almeno io, ho fatto molta fatica a immedesimarmi nel mondo inventato dall'Autore,  si fa leggere con piacere e con l'aspettativa di scoprire cosa accadrà nel capitolo successivo, inducendoci a macinare pagine su pagine e finire volumi così corposi in pochi giorni.

Sicuramente consigliabile a chi ha già una positiva inclinazione per il Fantasy, ma anche a chi, del Fantasy, apprezza solo i brevi e delicati (anche se spesso con raggelanti finali) racconti fiabeschi, potrà trovare qualcosa che lo appassionerà e, alla fine, gli farà dire: peccato, è già finito. 

domenica 29 giugno 2025

Milioni come noccioline

In questi giorni, intorno alle 18, Italia1, in attesa di Studio Aperto, propone una trasmissione intitolata "Sport Mediaset" che prende lo spunto dal (ridicolo) campionato del mondo per club, ma parla anche del mercato dei calciatori.

In passato non ho mai fatto caso al merrcato estivo o di gennaio, perchè tanto il Bologna, chi acquista, acquista e chi vende, vende, continuerà ad essere la mia squadra (come dicono gli Americani: right or wrong is my Country), ma guardando Sport Mediaset ho recepito i contatti, le proposte e, soprattutto, l'enorma massa di denaro che, sulla carta, viene messa in gioco.

Sento nominare calciatori a me totalmente sconosciuti affiancati dal cartellino del prezzo: 30 milioni e 20 milioni al giocatore in quattro anni, 50 milioni, 25 milioni.

Pare che per due giocatori del Bologna presenti nella lista dei desideri del Napoli, la società di Saputo pretenda 80 milioni.

E si parla di euro, quindi, a braccio, arrotondando, sono 160 miliardi delle care Lire.

Lo stesso Napoli fece scandalo una cinquantina di anni fa comprando, sempre dal Bologna, un solo calciatore (Savoldi, sicuramente di valore superiore ai due in ballo oggi) per un miliardo di Lire, cioè, al cambio di 1936,27, poco più di 516mila euro, cifra con la quale non credo riuscirebbero a comprare neppure un clandestino appena scaricato da un barcone.

Intendiamoci, non contesto retribuzioni eccessive ai calciatori, anche perchè la loro carriera è breve e implica che quelle dovranno essere adeguate a fornire di che vivere per tutta la vita, in un arco temporale di una ventina di anni, contesto la leggerezza con la quale si parla di milioni, di decine di milioni.

Al punto da far perdere il senso della misura e da confondere i milioni con i miliardi, come ha fatto qualche giorno fa un quotidiano nella cui locandina si leggeva che Bezos, a Venezia, avrebbe speso tra 20 e 30 mioni "come una manovra di bilancio in Italia".

Peccato che le manovre di bilancio in Italia siano dai 20 ai 30 MILIARDI !  

domenica 22 giugno 2025

Gratis

C'è una pubblicità, trasmessa in modo ossessivo, in cui il protagonista sfruculia una commessa che ripete come quella azienda, fino al 4 luglio (e magari prorogherà) consentirà "gratis" il passaggio al 5g per i propri clienti.

Il protagonista ride sguaiatamente e ritiene la promessa una "battuta" che fa ripetere.

In effetti il "gratis" non esiste, un prezzo c'è sempre, anche se chi lo paga non sempre ne è consapevole.

Non so quanto costi il "passaggio", ma sicuramente l'implementazione del servizio 5g ha un costo, come un costo l'ha la sua manutenzione, quindi è ovvio che non possa essere "gratis", diversamente l'azienda sarebbe un ente destinato (giustamente) al fallimento nel giro di poco tempo oppure ad essere mantenuto a spese di tutti tramite contributi pubblici che tocciano dalle nostre tasche con le tasse e le imposte di vario genere.

Spesso vengono infatti introdotte regole apparentemente senza costi, ma che comunque, comportando un lavoro, degli strumenti, il loro aggiornamento costante, il costo l'hanno e qualcuno lo paga.

Anche inconsapevolmente.

Non sarebbe quindi meglio evitare la ingannevole "gratuità", in modo che si crei la consapevolezza che ogni bene, ogni servizio ha un costo e che quel costo qualcuno deve pagare e se non è chi ne usufruisce, lo paghiamo tutti noi ? 

domenica 15 giugno 2025

In vena di celebrazioni

Dopo la sbornia della Coppa Italia, l'anniversario del Settimo Scudetto e, adesso, leggo articoli e celebrazioni per lo Scudetto del 1925.

Francamente mi sembra triste, perchè il tutto mi appare come un modo per nascondere il fatto che un ottavo scudetto (o il nono per chi considera che dovrebbe esserci assegnato quello del 1927) difficilmente è dietro l'angolo.

Certo, ci speriamo, ma la testa ci dice che no, non abbiamo possibilità.

Pensiamo solo al fatto che per quel torneo estivo che hanno deciso di fare a Miami chiamandolo  pomposamente "mondiale per club", hanno chiamato Juventus e Inter, le due squadre "zero titoli" del 2025, che per il solo fatto della partecipazione si cuccheranno 25-30 milioni di euro, alterando i rapporti economici con le società concorrenti.

Del resto Juventus e Inter, dirà qualcuno, sono le due squadre più titolate in Italia, ma se avessero voluto chiamare le due squadre con un titolo nazionale in rappresentanza dell'Italia avrebbero dovuto chiamare Napoli e Bologna ... facendo fuggire gli sponsor.

Quindi chi si accontenta gode e allora godiamoci le celebrazioni, i centenari, i cinquantenari ... 

domenica 8 giugno 2025

La Nazionale rovinata dalle regole imposte dall'unione europea

Perdere tre a zero con la Norvegia non ci sta.

Loro non hanno tradizione calcistica, sono solo sei milioni di abitanti e possono giocare in un vero campo da calcio pochi mesi all'anno, dovendo per il resto rifugiarsi in impianti artificialmente protetti a causa delle condizioni atmosferiche.

Eppure sembravano maramaldeggiare contro una Nazionale che nulla ha a che spartire con quelle del passato.

Il coro è partito unanime: Spalletti via.

Qualcuno un po' più riflessivo ha aggiunto anche il presidente federale, Gravina sul quale gravano le colpe maggiori.

Ma il responsabile primo è il regolamento imposto dall'unione europea sull'obbligo di aprire agli stranieri nel nome della libera circolazione delle merci e delle persone, perchè i calciatori sono considerati lavoratori dipendenti.

Ma ci sarebbe una scappatoia se avessimo un presidente della federazione con gli attributi che pensasse al bene del Calcio e della Nazionale e non ai suoi giochini di potere.

Introdurre un regolamento in base al quale, fermo il diritto di ogni squadra di imbottirsi con tutti gli stranieri che vuole, quindi rispettando la normativa europea sulla circolazione dei lavoratori, in campo debbano essere sempre presenti almeno otto Italiani per squadra.

Si aggira la normativa europea e si rivendica la difesa del calcio italiano.

Facendo giocare, almeno in Campionato e in Coppa Italia, poi sarebbe gioco forza mantenere l'integrità della squadra anche nelle coppe europee, otto Italiani per squadra, daremmo la possibilità di fare esperienza, di mettere a disposizione del Commissario Tecnico una base molto più ampia da cui effettuare le convocazioni. 

Il periodo d'oro dei fuoriclasse Italiani è quello in cui ci fu il divieto di acquisto di giocatori stranieri e grazie a quella scelta, i cui frutti come per tutti i cambiamenti si sono visti anni dopo, abbiamo vinto due campionati del mondo (1982 e 2006) anche se quella legge era ormai superata, ma i vivai erano ancora attivi.

Al contrario adesso paghiamo la scelta non solo delle direttive europee sulla circolazione dei lavoratori, ma anche delle ricerche negli alberi genealogiche (che con la nuova normativa appena decisa dal Governo avranno un freno) che hanno reso Italiani, ricorrendo a fantomatici avi, gente che Italiana non è. 

Del resto, quelli che accusano Spalletti, dovrebbero dire chi avrebbero convocato al posto di quelli convocati, che fossero così bravi da imputare al commissario tecnico scelte sbagliate che, del resto, anche  le tattiche sul campo le deve adattare al materiale disponibile. 

domenica 1 giugno 2025

Ieri sera ho quasi provato simpatia per l'Inter

Chi mi conosce sa che, calcisticamente parlando, l'Inter e la Juventus sono squadre che non reggo e per le quali non ho mai fatto, non dico il tifo, ma neppure una apertura di credito se non, per la Juventus, quando si affrontano tra loro.

Ieri sera, però, guardando quel cinque a zero finale con il quale il PSG ha vinto la sua prima coppa dei campioni, l'Inter mi ha fatto pena ed ho pensato ai tanti amici, tifosi interisti, perchè il paradosso è che pur non sopportando Inter e Juve, i casi della vita mi hanno portato a frequentare ed apprezzare persone che tifano soprattutto per quelle due squadre (a parte gli amici di infanzia e dell'adoloscenza che sono solidamente rossoblu, perchè una volta chi era di Bologna, tifava Bologna, senza tanti fichi).

Soprattutto gli scomposti, violenti e criminali festeggiamenti parigini, mi hanno reso fiero di essere Italiano (e Bolognese) pensando alla gioiosità senza crimini dei festeggiamenti per la vittoria della Coppa Italia e sono convinto che se l'Inter avesse vinto, a Milano non ci sarebbero state le azioni delinquenziali registrate a Parigi e in Francia.

E se vogliamo la conferma: che il Bologna, il prossimo anno, vinca l'Europa League. 

domenica 25 maggio 2025

Nino Benvenuti e Bruno Capra

Come se non bastassero le personali constatazioni di quel che si riesce ancora a fare (e come) e di quel che,magari, è meglio non fare più, lo scorrere del tempo ci viene anche ritmato dalle "morti eccellenti" che per me sono quelle di personaggi che hanno rappresentato un qualcosa nella mia vita, pur senza averli mai conosciuti di persona.

La settimana che si chiude oggi ha visto ben due di quelle morti.

Ambedue ben oltre gli ottanta anni, ambedue legati più alla infanzia che all'adolescenza.

Uno, notissimo, amato in tutta Italia, celebre e celebrato, Nino Benvenuti, è legato al ricordo di un mio compagno di classe delle elementari.

Il pugilato non mi ha mai appasisonato, ma quell'aprile del 1967 lo ricordo perchè, poco prima degli esami di quinta elementare, uno di noi ci disse che si sarebbe assentato per alcuni giorni perchè andava con suo padre, in aereo ! (era il 1967 ...), negli Stati Uniti per vedere il match di Benvenuti al Madison Square Garden.

Al suo ritornò regalò a ciascuno di noi la fotografia di Benvenuti, autografata.

Benvenuti, un campione nello sport e nella vita, coerente, lucido, attaccato alla sua terra d'origine, l'Istria, da cui la sua famiglia fuggì dopo la seconda guerra mondiale.

Il secondo personaggio e sconosciuto ai più ma da me ugualmente considerato, Bruno Capra.

Capra era il terzino destro titolare del Bologna l'anno prima dello scudetto e come tale iniziò anche la stagione 1963-1964, poi sostituito dal più giovane Furlanis.

Un infortunio che costrinse il Bologna a rinunciare, allo spareggio, ad Ezio Pascutti, mise Capra fra gli undici (non c'erano sostituzioni allora) che vinsero quel memorabile incontro del 7 giugno 1964.

E così restò negli annali e nella memoria di noi tifosi ed è  l'ultimo, di quella squadra che ci fece tanto sognare, a lasciarci.

Non fu famoso come Bulgarelli, non ebbe un seguito particolarmente esaltante, non divenne un personaggio a statura nazionale, ma rappresenta comunque una parte della mia, personale storia.

domenica 18 maggio 2025

Finalmente una soddisfazione calcistica

Quando ero professionalmente attivo, dopo pranzo andavo quasi sempre a prendere il caffè in un bar del centro storico di Bologna, gestito e frequentato da tifosi del Bologna.

Il barista e gestore era molto più giovane di me e quando dicevo che speravo di poter vedere un secondo scudetto per il Bologna, lui diceva "a me basterebbe vedere almeno una Coppa Italia".

La sua età, infatti, non gli aveva permesso di vedere non solo lo scudetto del 1964 (settimo, dicono gli annali, ma per me resta l'ottavo perchè voglio computare anche quello del 1927) ma neppure le due successive coppe Italia del 1970 e del 1974.

Mercoledì scorso, in una partita sostanzialmente equilibrata, con qualche dubbio sull'arbitraggio, il Bologna è invece riuscito nella titanica impresa di regalare una soddisfazione, dopo cinquantuno anni, ai suoi tifosi vincendo la sua terza Coppa Italia.

Una volta la Coppa Italia non se la filava nessuno, adesso invece è la chiave per partecipare al secondo torneo europeo con i relativi incassi.

Dal punto di vista sportivo, invece, segna una conferma del Bologna che, conquistando per la seconda volta l'accesso ad un torneo europeo e vincendo qualcosa di concreto, sembrerebbe aver messo l'ancora tra le squadre migliori del Campionato, con uno sguardo futuribile su piazzamenti sempre più interessanti e rendendo il nostro Campionato ancora più avvincente, come accade quando aumentano le formazioni che possono dire la loro per le posizioni di vertice.

Mi auguro che nel Bologna non credano di "essere arrivati", perchè resta sempre il sogno di vedere un altro Scudetto, dopo quello del 1964 e che ormai è confuso con i ricordi dell'infanzia.

domenica 11 maggio 2025

Conclave

E' durato poco, ma i diciassette giorni passati dalla morte di Bergoglio all'annuncio della elezione di Papa Leone XIV hanno scatenato tutti che, da commissari tecnici, si sono riciclati come vaticanisti.

Il conclave ha in effetti quel patino di mistero sul quale poter ricamare storie e retroscena, anche perchè, a pena scomunica, i protagonisti non possono rivelare nulla.

In tempi non sospetti anche romanzieri si sono cimentati con le trame oscure che, a loro avviso, accompagnano l'elezione di un papa.

In ultimo due famosi romanzieri, Robert Harris che avevo apprezzato nella sua trilogia su Cicerone e Glenn Cooper, hanno affrontato il tema del conclave.

Il primo con "Conclave" ha avuto l'onore di una trasposizione cinematografica, peraltro piatta, mentre il secondo, forse perchè il suo "L'ultimo conclave" è recentissimo, del 2024, ha introdotto una trama a forti tinte drammatiche, con il rapimento, sin dalle prime pagine, di tutto il collegio cardinalizio e la guida della chiesa affidata ad una donna.

Un particolare interessante, visto che nella chiesa esiste quello che ormai possiamo considerare l'ultimo club riservato ai soli uomini.


In questo caso (e nei precedenti) però il conclave è molto meno affascinante e misterioso di quanto non emerga dalla fervida fantasia dei romanzieri e il nuovo papa, al di là delle dichiarazioni, delle speranze e delle pretese di ciascuno di noi, farà quello che hanno sempre fatto (con evidente successo) i suoi predecessori: preservare nel tempo il potere della chiesa, con e contro qualunque trascorrere del tempo, regime, situazione ambientale.

domenica 4 maggio 2025

1923

Più o meno un mese fa, Paramount ha trasmesso la seconda e ultima stagione di "1923", il sequel del prequel "1883" della famosa serie con Kevin Costner "Yellowstone".

Come le altre due serie, anche 1923 è un affresco di un pezzo di storia americana o, meglio, degli Americani.

Harrison Ford è il protagonista e Timothy Dalton l'antagonista.

Sono peraltro storie di varie persone, di Individui che rappresentano il prototipo di coloro che hanno "fatto" l'America, delle sconfitte e delle vittorie che li hanno accompagnati, delle speranze e delle delusioni.

E' come si vedono gli Americani stessi o, meglio, come guardano al loro passato e traggono ispirazione per il loro presente e futuro coloro che rappresentano il nocciolo duro degli Stati Uniti, scevri di ogni correttismo politico, woke, lgbt, blm, cancel culture.

E si capisce perchè eleggono Donald Trump come presidente.

domenica 27 aprile 2025

Tra romanzo, Storia e Ucronia

"L'enigma della maschera" è la sesta indagine poliziesca ambientata da Paolo Lanzotti nella "sua" Venezia di metà Settecento, quando ancora c'era la Serenissima, pur in rapida decadenza come conseguenza, tra le altre, della scoperta dell'America che ridusse il Mediterraneo ad un grande lago interno.

I romanzi di Lanzotti, anche autore di fantascienza, che hanno come protagonista Marco Leon e le sue Ombre agli ordini del Consiglio dei Dieci, pur inventati di sana pianta, sono piacevolmenti incardinati in una Venezia storicamente esistita.

E' il classico giallo che un autore ambienta in un periodo storico importante e spesso sottovalutato.

In Italia abbiamo avuto una Storia millenaria che parte da Roma, in cui si potrebbero ben ambientare storie di fantasia verosimili.

E alcuni autori hanno colto questa opportunità, come, appunto, Paolo Lanzotti, ma anche Matteo Strukul e Alez Connor per la Venezia dei Dogi o, per la Roma classica, i due romanzi di esordio della coppia De Bellis - Fiorillo, con le vicende gialle nella Roma di Silla e Cicerone o la compianta Danila Comastri Montanari con la lunga serie di gialli in epoca imperiale (Claudio) aventi come protegonista il ricco sfondato patrizio e appassionato di misteri, Publio Aurelio Stazio. 

Sono tutti romanzi piacevoli alla lettura per la trama, ma anche istruttivi per il contorno reale in cui vengono incardinati.

Venezia, ad esempio, la Serenissima Repubblica, occupata da Napoleone nel 1797 e, unica tra gli stati prerivoluzionari, mai restaurata dal Congresso di Vienna dopo la definitiva sconfitta del sanguinario tiranno corso.

Perchè ?

Mi sono spesso posto la domanda, cercando di immaginare una Ucronia in cui la Serenissima non solo non fosse stata cancellata dalle armi francesi, ma, anzi, avesse, dopo la scoperta dell'America, intuito che per sopravvivere avrebbe dovuto essere lei a formare lo stato unitario italiano.

Del resto i presupposti c'erano tutti.

Venezia era una potenza, aveva tenuto testa ad aggressioni molteplici dagli stati europei all'espansionismo islamico.

A Venezia sorse il primo ghetto dove gli ebrei potevano vivere in una relativa tranquillità che non avevano altrove.

Venezia aveva affiancato agli inquisitori della chiesa, propri magistrati che avevano comunque l'ultima parola sulle accuse che nei secoli venivano mossi a presunti eretici e fantomatiche streghe.

E chissà come sarebbe stata l'Italia, se l'Unità fosse stata realizzata partendo dal Nord Est e non dal Nord Ovest.

 

domenica 20 aprile 2025

Pasqua di ...

Oggi, Pasqua, eccezionalmente con il Campionato e che partita !

Bologna-Inter.

Noi per un posticino in una qualche straccio di campionato sovranazionale (che a me interessa solo per la remunerazione che può avere per la società), loro per inseguire il sogno dello scudetto che già altre volte, per merito del Bologna, hanno dovuto abbandonare.

E mi auguro che oggi non si continui su tale linea, con buona pace di tutti gli amici che tifano Inter.

 



domenica 13 aprile 2025

Le velenose conseguenze delle serie pluriennali

Nei giorni scorsi ho completato la visione di tutte le tredici stagioni, che precedono quella in corso di trasmissione su Rai2, di Blue Bloods.

Non so per quale ragione non abbia, a suo tempo, iniziato a guardare una serie molto bella, totalmente nelle mie corde e con una piacevole abitudinarietà che si può riassumere nella cena domenicale della famiglia Reagan con la quale si concludono quasi tutti gli episodi (alla fine saranno quasi 300).

La trama è articolata sulle vicende dei componenti di una famiglia con una tradizione nella Polizia di New York di cui il protagonista è comandante, dopo che anche suo padre aveva ricoperto lo stesso ruolo.

Il padre, attorno al quale ruotano gli episodi anche se ogni componente ha le sue vicende autonome, è interpretato da un perfetto Tom Selleck, il Magnum della serie originale "Magnum P.I.".

La serie è piacevole ed è un peccato che con la stagione in corso abbiano deciso di abbandonarla ma tutto ha una fine.

Soprattutto quando il tempo passa anche per gli attori e guardare a distanza ravvicinata gli episodi iniziali per poi arrivare a quelli attuali, lo si vede chiaramente.

Tom Selleck ha oggi 80 anni e ne aveva poco più di 60 quando iniziò la serie.

Oggi la sua recitazione è quasi sempre da seduto e i pochi passi che gli si vedono compiere sono quelli, prudenti, di un ottantenne robusto, quando all'inizio della serie impugnava ancora la pistola e, in alcuni episodi, si prestava a scendere sul campo.

Anche le attrici nelle lunghe serie manifestano il passare del tempo, pur cercando di mantenersi al meglio, come la figlia interpretata da Bridget Moynahan, che oggi avrà più di 50 anni e all'inizio della serie poco meno di 40.

Il tempo non concede sconti a nessuno e le maratone televisive su serie che si erano perse, sono la miglior cartina di tornasole di come, tutti noi, dobbiamo fare i conti con l'inevitabile scorrere degli anni. 

Il tempo, forse il più onesto principio di uguaglianza che ci sia.

domenica 6 aprile 2025

Carbonara day


Oggi è il giorno dedicato alla carbonara, la ottima pasta che, si dice, sia stata preparata per la prima volta, sul finire della seconda guerra mondiale, a Roma, sotto l'occupazione angloamericana.

Ma le versioni sono molpteplici.

Ascoltando la radio ho avuto l'impressione di un ring tra ascoltatori, ognuno dei quali vantava di possedere la ricetta autentica e unica di ciò che si chiama "carbonara", negando legittimità alle alternative.

Personalmente non mi curo della purezza della ricetta, ma del sistema di preparazione e ognuno di noi ha affinato il suo, per rendere la pasta corrispondente al proprio gusto.

Così l'uovo, ma solo il tuorlo, lo utilizzo senza fare la "frittatina", ma annegandovi gli spaghetti o i rigatoni appena cotti.

Uso la pancetta affumicata di Praga tagliata a listelle e non il guanciale, il parmigiano e non il pecorino, l'olio e non il burro.

E viene il piatto che, per il mio gusto, è quello più gradito.

E poichè non abbiamo (fortunatamente) tutti gli stessi gusti, ognuno si prepari la carbonara come più gli piace, con gli ingredienti che fanno parte della sua Tradizione culinaria e che si confanno maggiormente ai suoi gusti.

Buon appetito !

domenica 30 marzo 2025

Ci risiamo con l'ora "legale"

E così siamo di nuovo sotto la tagliola dell'ora legale.

La conduttrice del giornale radio di questa mattina mi ha informato, tutta giuliva, che con i sette mesi di ora "legale" risparmieremo 100 milioni di euro, praticamente 1 euro e quaranta centesimi a testa: ne vale la pena ?

Ho sempre avuto la sensazione che gli "oralegalisti" pensino che, con l'ora "legale", anche il Sole obbedisse al diktat statalista e aumentasse l'orario di luce.

Sappiano invece che no, non è così, le ore di luce sono sempre quelle, con l'ora "legale" che le articola forzatamente in modo da favorire i nottambuli, quelli che "tirano tardi" e che si presentano al lavoro ingrugniti, con gli occhi rossi e gonfi, carburando solo nella tarda mattinata.

Altra cosa che non ho mai capito.

Sarà perchè, come si dice, chi ha la pressione alta (ed io l'ho alta) tende ad essere attivo sin dal primo mattino e ad andare a dormire con le galline, ma ho sempre cercato di essere regolare negli orari e, soprattutto adesso che sono in pensione e rischio di fare sin troppi strappi, mi trovo molto meglio ad assecondare una naturale alternanza della luce e del buio, essendo attivo nel primo caso, dormendo nel secondo.

Non in base a quando una legge mi dice che devo dormire o alzarmi, ma quando c'è luce o buio e questo avviene a prescindere dall'ora "legale", perchè, alla fine dei conti, per quanti decreti o direttive europee possano essere emanate, in inverno ci sarà sempre luce per 8-9 ore e in estate per 15-16.

Con buona pace di chi pretende di imporre alla Natura di agire secondo i dettami del politicamente corretto e della transizione ecologica.

domenica 23 marzo 2025

Piacevole sorpresa

Ogni tanto abbandono il certo dei romanzi gialli dei primi sessanta anni del Novecento (e anche di fine Ottocento) e i (pochi) autori consolidati contemporanei, per provare qualche nuovo sapore, il più delle volte attratto da un riassunto della trama che, ex post, risulta molto meglio del romanzo.

Ultimamente ho letto delle autentiche ciofeche, purtroppo ormai scrivono tutti, si autopubblicano e talvolta ho l'impressione che il romanzo, per caratteristiche, personaggi, intrecci che si ripetono con le sole varianti delle località e dei nomi, sia scritto dalla intelligenza artificiale (e paradossalmente sono quelli più gradevoli).

Oggi, però, ho il piacere di poter apprezzare un romanzo, Il Santuario di Sarah Pearse, inglese, che è avvincente, non originale, ma sapientemente condotto.

Di un giallo non si deve scrivere troppo perchè si rischia di togliere il piacere della lettura, ma posso sicuramente scrivere che l'ambientazione, la combinazione è tipicamente inglese.

Chi ama l'Ispettore Barnaby o i nuovi romanzi di Angela Marsons e Patricia Gibney, non può non amare questo romanzo che mi ha spinto ad acquistare anche gli altri due dell'Autrice, con la stessa detective protagonista e che mi accingo a leggere per vedere se posso confermare l'opinione dopo questa prima lettura o cestinare il tutto.

Un'ultima osservazione di carattere generale.

Film, telefilm, romanzi, gli autori inglesi sembrano conservare una qualche supremazia rispetto alla concorrenza europea e di oltre oceano.

domenica 16 marzo 2025

Curfew (coprifuoco)

Su Paramount+ vengono trasmessi film e serie interessanti, anche se, nella quantità, talvolta si provano e si trovano degli autentici bidoni.

Ci sono poi alcune proposte che rappresentano l'estremizzazione di un pensiero che sta prendendo piede e che si traduce persino in norme di legge come quella che il Governo ha varato (disegno di legge) l'8 marzo con l'introduzione del reato di "femminicidio" che rappresenterebbe una aggravante dell'omicidio.

In sostanza, uccidere una donna (sia pur per motivi sessuali bla bla bla) è più grave dell'uccidere un uomo.

Su quella linea la serie citata nel titolo.

Una delle abituali, ben fatte, serie di produzione inglese, sei episodi del 2024 da non confondere con gli otto, stesso titolo, del 2019, che è ambientata in una Londra distopica in cui è stata approvata una legge che impone il coprifuoco (curfew, appunto) a tutti gli uomini, dalle 19 alle 7 per evitare i femminicidi (la serie del 2019, invece, si riferiva ad un coprifuoco contro la diffusione di un virus).

Poichè la trama è gialla, non scrivo altro, ma voglio evidenziare che se qualcuno ha pensato ad una serie sul coprifuoco (con tanto di braccialetto elettronico !) contro gli uomini, evidentemente, considerando la fantascienza "letteratura di anticipazione", c'è chi magari non lo vedrebbe come un qualcosa di aberrante come invece è.

Del resto si sprecano uomini che dichiarano la propria "responsabilità", purtroppo non limitandosi a dire "io", ma parlando, senza alcun titolo, a nome di tutti gli uomini e usando il "noi".

Quel telefilm ha comunque una trama gialla interessante ed un'idea di base che appartiene pienamente alla miglior fantascienza distopica, ma proprio per questo deve rappresentare un monito perchè si fermi questa deriva colpevolizzante contro, genericamente, "gli uomini".

Ricordando sempre che ognuno è responsabile di quello che fa, lui, non di quello che fanno gli altri e che un omicidio è una aberrazione, indipendentemente dal fatto che la vittima sia uomo o donna.

domenica 9 marzo 2025

Il valore dei classici

Nelle mie escursioni settimanali in libreria, ho notato che, a fianco di titoli nuovi di zecca (e decisamente improbabili come romanzi "gialli" scritti da ristoratori) ci sono offerte di classici, sia della letteratura generica, che specializzata, come la letteratura di anticipazione.

Da anni è invalsa la moda di pubblicare essenzialmente Bradbury e Dick che a me, in tutta franchezza, non hanno mai convinto.

Ultimamente ho visto che sono in corso alcune riedizioni di John Wyndham, il grande scrittore inglese che evocava scenari apocalittici in arrivo, in corso o accaduti.

Wyndham, come tanti altri autori (ad esempio, tra i gialli, Rex Stout che adesso viene riproposto da un altro paio almeno di case editrici), era una pubblicazione esclusiva di Mondadori ma probabilmente, con il trascorrere del tempo, sono venuti meno i diritti.

Così un titolo di prestigio come "Il Giorno dei Trifidi", il capolavoro riconosciuto di Wyndham, trova una nuova edizione per Neri Pozza, editore generalista, mentre la Casa Editrice Elara, specializzata in fantascienza,  annuncia una serie di romanzi, uno dei quali, "Progetto Caos", inedito, dell'Autore Inglese, avendo peraltro già pubblicato una edizione con traduzione integrale de "Il villaggio dei dannati" e adesso "Clandestina su Marte" ed avendo già inserito in catalogo per la prossima uscita "Il risveglio dei Kraken".

Mi auguro che questa riscoperta della fantascienza degli albori, quella degli anni dei sogni, possa continuare con altri autori che possono essere riscoperti con successo, come l'Hamilton del ciclo di John Gordon (e tanti altri) e il Maine de "Il grande contagio" (e tanti altri) che sembra scritto non nel 1962 ma nel 2022, dopo l'ambigua vicenda del covid e le limitazioni alla libertà individuale imposte coattivamente in quasi tutto il mondo. 

domenica 2 marzo 2025

In quanti per cambiare una lampadina ?

Dicono che manchino artigiani, lavoratori specializzati e non, tecnici.

Poi guardo i titoli di coda di un telefilm di oggi e scorrono decine di nomi, forse un centinaio, quando nei prodotti ben più di qualità degli anni Sessanta e Settanta (penso ad esempio al Maigret con Cervi o al Nero Wolfe di Buazzelli e Ferrari) gli addetti a questo o quello erano una decina o poco più.

Il colmo è stato ieri pomeriggio, quando aspettavo il giornale radio delle 17 e, intanto, andava ad esaurimento "Tutto il calcio minuto per minuto", nella odierna versione ridotta, ridottissima, con appena una partita di serie A e quattro di serie B.

Ebbene il giornale radio è iniziato con tre minuti di ritardo perchè il conduttore, di cui non ricordo il nome e che dovrebbe essere il successore di Roberto Bortoluzzi, è stato costretto, suppongo da un diktat sindacale tradotto in norma contrattuale, a leggere i nomi, infiniti, di tutti coloro che hanno "collaborato" alla messa in onda, immancabilmente da ringraziare con nome, cognome e attività di competenza.

Ma quanti sono ?

Una volta ci arrivavano le notizie tramite un radiocronista assistito da un solo tecnico, adesso sembra che per ogni radiocronista che si spedisce allo stadio debba esserci una intera squadra di assistenti.

Mi torna in mente la barzelletta che chiede quanti (e qui ci sta la indicazione di abitanti di una città o di lavoratori di una certa categoria particolarmente invisa a chi racconta) occorrono per cambiare una lampadina ?

Con la risposta più gettonata che li indica in tre: uno che tiene la lampadina e gli altri due che lo fanno girare.


domenica 23 febbraio 2025

05119937453

Il numero di telefono che è nel titolo mi sta chiamando da alcuni giorni, insistentemente.

Lo vedo perchè, avendolo bloccato, mi viene notificato il tentativo di chiamata.

Sono andato a cercarlo nei siti, come Tellows, in cui vengono esposti i numeri dai quali chiamano i call center per proporre cambi di utenze varie.

La maggior parte ha commentato negativamente, scrivendo di un operatore che tende a far pronunciare "sì" all'interlocutore con la "scusa" di una autorizzazione per la privacy, un "sì" che però potrebbe anche essere utilizzato per dar corso ad un contratto.

Una spiegazione che mi sembra appropriata è quella ipotizzata da un commentatore che dice che si tratta di chi dice di essere (una importante compagnia di utility) che cerca di convincere chi è nel Servizio di Tutele Graduali dell'energia elettrica a passare al Mercato Libero.

E' una spiegazione che mi convince perchè nell'STG siamo ancora circa 3 milioni di utenti ed è ormai assodato (come era stato da alcuni anticipatamente previsto) che è un contratto più vantaggioso sia del Mercato Libero, ma anche di quello di Maggior Tutela rimasto per i clienti vulnerabili, a tal punto che l'Arera ha riaperto (credo fino al 30 giugno prossimo) la possibilità per questi ultimi di spostarsi all'STG.

Ma se anche fosse chi dice di essere, perchè telefonare da un numero improbabile e non invece contattare il proprio cliente tramite messaggio cartaceo o eletronico, in cui si spiega l'offerta e si comparano i costi ?

Naturalmente tutto sarebbe più semplice se venisse, puramente e semplicemente, vietata in modo assoluto ogni pubblicità tramite contatto telefonico non richiesto, cosa auspicabile visto il sostanziale fallimento del Registro delle Opposizioni.

domenica 16 febbraio 2025

Ritorna il bel western ?

Scorrendo i titoli delle offerte cinematografiche, ho visto che, oltre alle retrospettive sui classici western degli anni Cionquanta e Sessanta, oltre ai cicli come quello dedicato a Sergio Leone, ci sono nuovi film e telefilm di genere western che arrivano fino ai giorni nostri con Yellowstone.

E proprio dal protagonista di Yellowstone, Kevin Kostner, che già ci aveva provato negli anni Ottanta con Silverado, arriva una affresco dedicato al western classico: Horizon, di cui Sky ha trasmesso il primo capitolo, quasi tre ore di film, che scorrono con piacere e senza pesare.

Non so se sia un fuoco di paglia o, invece, come mi auguro, una autentica riscoperta di un genere che, per quelli della mia generazione, ha rappresentato un educativo sistema di base per imparare la differenza tra giusto e sbagliato, tra buono e cattivo, tra onore e viltà.

Cosa che, successivamente, con la voglia di scandalizzare e con l'ìobbligo quindi di alzare sempre di più l'asticella dello scandalo, si è progressivamente persa.

Mi piace pensare che sia un ulteriore segnale che la sbornia della contestazione alla Tradizione e alla Identità di una Civiltà, la nostra, stia passando.

lunedì 10 febbraio 2025

20 anni fa il primo Giorno del Ricordo

Sono venti anni che si commemora, il 10 febbraio, il Giorno del Ricordo, in memoria dei Martiri Italiani di Istria e Dalmazia, Martiri sia quelli che furono trucidati dai comunisti titini, sia coloro che intrapresero il doloroso percorso da Esule in Patria.

Ormai questa ricorrenza si è consolidata nonostante il tentativo di sminuirne la portata e di manipolarne la Storia.


 

 

domenica 9 febbraio 2025

Blackout

Martedì scorso sono stati trasmessi dalla Rai gli ultimi due episodi della seconda stagione di Blackout, il telefilm di fantascienza, in cui si è cimentata la televisione di stato italiana.

Non sono molti i tentativi che io ricordi, da parte della Rai, di affrontare un soggetto fantascientifico, l'unico, in effetti, che mi viene in mente di poter allocare in tale ambito fu "A come Andromeda", nel bianco e nero dei primi anni Settanta con attori di grande spessore come Luigi Vannucchi, Tino Carraro, Paola Pitagora, Nicoletta Rizzi (che, ricordo, sostituì Patty Pravo, inizialmente scelta per la parte e fu la fortuna della Rizzi).

Blackout, recitato da attori che non conosco e di cui non ricordo il nome, ha il solito difetto della "presa diretta", con i rumori di fondo che in parte coprono le parole sussurrate in un italiano poco elegante e con accentuate inflessioni dialettali, con tutte quelle caratteristiche fonetiche che ci dicono come la recitazione sia ormai appannaggio dei soli doppiatori professionisti e mi domando perchè non pensino di doppiare anche gli sceneggiati in lingua originale italiana, visti gli scadenti risultati che derivano dalla presa diretta.

Scontata la recitazione vocale, quindi, il nuovo esperimento è sicuramente apprezzabile.

La trama si sviluppa secondo i canoni tradizionali del crescendo di tensione, da quella che sembrava una semplice vacanza sulla neve, all'apparizione di un assassino, con una inutile spolveratina di camorra che di questi tempi non si nega nessuno (le alternativa per le marchette sono: camorra, mafia, antifascismo), un'altra piccola marchetta alla moda ambientalista e una terza in chiave antirussa.

Purgata da quei noiosi omaggi alle mode correnti, il telefilm è piacevole, svela, poco alla volta, la verità che non è conosciuta dal gruppo che si ritrova in quell'albergo di montagna e poi si conclude ... omissis ...

Credo sia disponibile su Rai Play con ambedue le stagioni, di otto episodi ciascuna, per un totale di circa sedici ore di trasmissione.

domenica 2 febbraio 2025

Più Italiani nelle squadre di calcio

Il Bologna è uscito dalla Champions, con onore, scrivono sui giornali e dicono i commentatori televisivi.

Da bolognese mi auguro di non dover aspettare altri 60 anni prima di poter rivedere il Bologna nella massima competizione calcistica europea, anche se il Bologna di bolognese non ha nulla (neppure la proprietà) e anche come squadra, non sembra neppure Italiana.

Spesso, quando mi siedo in poltrona a guardare la partita, leggo la formazione che viene schierata e non trovo nessun italiano, se non nel nome dell'allenatore, Vincenzo Italiano appunto, che, per ironia della sorte, è nato a Karlsruhe in Germania.

Sono quindi stato contento di vedere che ieri, contro il Como, hanno segnato i goals della vittoria del Bologna gli unici due Italiani schierati in campo: De Silvestri e Fabbian.

Credo che la Federazione dovrebbe imporre la valorizzazione dei calciatori Italiani, limitando, almeno nel Campionato, l'impiego di calciatori stranieri.

E per rispettare le pretese europee, si dovrebbe stabilire che ogni squadra può tesserare tutti gli stranieri che vuole, ma in campo, per il Campionato Nazionale e magari anche per la Coppa Italia, possono essere contemporaneamente schierati solo un massimo di due o tre stranieri.

Vedere portieri stranieri, da noi che siamo sempre stati la patria dei portieri, è veramente un insulto alla nostra Tradizione calcistica.

Capisco che gli stranieri costino meno (e spesso sono anche dei bidoni dati in pasto ai tifosi solo per la loro carta di identità estera), ma i vivai dovrebbero essere rivalutati, perchè solo dai vivai torneremo ad avere i Bulgarelli, i Rivera, i Riva, i Baggio che oggi ci mancano.

E le due esclusioni consecutive dalla fase finale dei Mondiali, sono lì a ricordarcelo.

domenica 26 gennaio 2025

Generazioni

Sento parlare molto delle generazioni che si susseguono nel tempo e che continuano il cammino umano passandosi il testimone.

Una volta si considerava il passaggio di generazione nell'ordine dei venticinque anni, ma adesso sembra che i tempi accelerati, accelerino anche il mutamento delle generazioni.

Nei miei 40 anni di lavoro sono in effetti passato dallo scrivere lettere e comparse con la macchina da scrivere, neppure elettrica, con nastro rosso e nero, facendo copie con la carta carbone sulla carta velina, alle copie fatte con la fotocopiatrice, fino al deposito degli atti in via telematica.

Dalla posta ordinaria che non si sapeva mai quando sarebbe arrivata a destinazione (e se sarebbe arrivata ...) che ci consentiva un ampio lasso di tempo tra una domanda e una risposta, così che quest'ultima poteva essere meditata e approfondita, alla immediatezza della posta elettronica che crea l'aspettativa nel mittente di ricevere subito il riscontro.

Sono passato dal lavoro nei pressi di casa, a quello in altre città, per arrivare al "lavoro da casa" esploso con il covid.

Sono un boomer, l'ho scoperto da poco, da quando è frequente il richiamo alle varie generazioni che sono attualmente presenti ed ho trovato un elenco delle generazioni:

  • Generazione perduta (1883-1900)
  • Greatest Generation (1901-1927)
  • Generazione silenziosa (1928-1945)
  • Baby boomers o "Boomers" (1946-1964)
  • Generazione X (1965-1980)
  • Generazione Y “Millennials” (1981-1996)
  • Generazione Z o "Centennials" (1997-2012)
  • Generazione Alpha o "Screenagers" (2013-2024)
  • Generazione Beta (2025-2038)

Non so quanto possa essere accurato, ma può essere indicativamente utile per cercare di capire di cosa e di chi si parla quando sentiamo citare questa o quella generazione.