Fra una settimana celebreremo il cinquantesimo anniversario della "conquista" della Luna.
Una conquista di genere particolare, perché l'Uomo sbarcò sulla Luna, tornò a casa e continuò a guardarla dalla Terra.
Ben altre speranze, sogni, immaginazioni, mossero quelle tremule immagini in bianco e nero che ci inantarono, noi tredicenni, all'alba del 21 luglio 1969.
Il coraggio di provarci, lasciò il posto a gretti calcoli da ragionieri e a miopi visioni circoscritte al massimo al giorno dopo.
Ci sarebbe voluto lo stesso spirito dei Cortes, dei Cecil Rhodes, della Mayflower, di Ulisse e invece prevalse quello dei don Abbondio.
Oggi, però, si assiste ad un rinnovato interesse, nuovi progetti, nuove scadenze (si parla del 2024) per tornare sulla Luna e restarci, magari con quella "base Alfa" che sa tanto di Spazio 1999, ma che, unica, potrà condurci "là dove nessun Uomo è mai giunto prima".
E' incredibile che dopo 50 anni dalla conquista della Luna e con tutti i protagonisti o ultraottantenni o defunti (per vecchiaia) siamo ancora qui a girare soltanto attorno alla Terra.
RispondiEliminaCome scritto nel libro letto di recente c'è un'ipotesi molto convincente sul perché di tutto questo. La conquista della Luna fu un passo in avanti fortissimo, incredibile se si pensa che solo 12 prima era stato lanciato il primo rudimentale satellite e solo 8 anni prima era andato in orbita il primo uomo su una capsula talmente piccola che gli astronauti amavano dire che nella capsula non si entrava, ma la si indossava ! Oltretutto il tutto con una tecnologia ancora rudimentale (gli astronauti dell'Apollo per compiere alcune manovre orbitali delicatissime fondamentali, si servivano ancora del sestante, come nei velieri delle grandi esplorazioni geografiche dei secoli passati ! )La conquista della Luna avvenne senza la preventiva realizzazione di grandi infrastrutture intermedie, come una stazione spaziale, in grado di fornire un supporto indispensabile ad una presenza umana stabile nel cosmo. Inoltre la conquista della Luna fu frutto di uno stanziamento economico senza precedenti (lo stesso Kennedy pochi giorni dopo lo storico discorso del maggio 1961 si stava già pentendo visti i costi enormi dell'impresa e fu merito soprattutto di Johnson, accanito fan dell'esplorazione spaziale, se il tutto andò avanti. Conquistata la Luna, vinta la gara con l'URSS, visto il crollo di interesse da parte dell'opinione pubblica e i costi sempre più esorbitanti della guerra in Vietnam, il budget NASA fu drasticamente ridotto decretando la fine di ogni sogno oltre l'orbita terrestre.
Fu solo con Bush jr. che si pensò di accantonare il progetto Shuttle (astronavi stupende, ma inadatte a voli oltre l'orbita terrestre) rilanciando la corsa alla Luna col c.d. programmo Constellation. Poi Obama, a fronte dei costi del programma che stavano lievitando oltre tutti i preventivi, decisa di abbandonare tutto appaltando l'attività spaziale americana alle società private. Questo fu un autentico shock, ma oggi col senno di poi debbo dire che dare l'iniziativa spaziale ai privati non fu una scelta sbagliata: le società private hanno ormai raggiunto dei livelli tecnologici di assoluta eccellenza, addirittura superiori alla stessa NASA: alcune delle loro missioni spaziali sono state uno spettacolo puro, anche se poco conosciute. D'altro canto, lo stesso Obama fece una parziale marcia indietro salvando almeno una parte della programma Constellation, vale a dire la realizzazione di una astronave NASA, da affiancare a quelle dello società private, denominata Orion ed in grado, in un futuro, di viaggiare anche verso la Luna. Del resto la tecnologia attuale, rispetto a quella rudimentale degli anni 60, è enorme e per tornare sulla Luna basterebbe solo la volontà di farlo, perché tecnologicamente saremmo in grado di farlo senza tanti problemi.