domenica 21 maggio 2017

Che pena i moderni sceneggiati

La settimana scorsa è iniziato su Sky Atlantic uno sceneggiato (che oggi chiamano "fiction") che vorrebbe riproporci il clima del 1993, intitolato, appunto "1993".
Lo avevo registrato per guardarmelo con calma e il giovedì sera ho provato a farlo.
Scrivo "provato", perchè dopo quindici minuti ho cancellato la registrazione e guardato altro.
Ancora una volta uno sceneggiato girato "in presa diretta", con i rumori di sottofondo che coprivano un dialogo già di suo incomprensibile imbottito com'era di accenti dialettali (essenzialmente del sud).
Io mi ricordo quegli sceneggiati che fecero epoca (dalla Freccia Nera a Nero Wolf, dai Promessi Sposi ad A come Andromeda e tanti altri) in cui non bisognava sforzarsi per capire il dialogo, ma gli attori, che doppiavano in studio se stessi, pronunciavano le parole in modo nitido, senza mangiarsele ed in un italiano corretto.
Oggi, forse, i rumori di fondo e le inflessioni dialettali servono a nascondere il vuoto che c'è dietro quei dialoghi e dietro quelle recitazioni.

2 commenti:

  1. Sono perfettamente d'accordo con quello che dici: ormai la recitazione negli sceneggiati e telefilm italiani è semplicemente penosa. Un'altra cosa caratteristica di questa recitazione è che per la maggior parte gli attori sussurrano; sussurrano di continuo, qualsaisi sia la situazione, ormai sembra che questi attori sappiano solo recitare sussurrando, forse perché chi non sa recitare riesce meglio a farlo sussurrando.

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  2. Sussurrano perchè li hanno talmente pompati che si credono perennemente dei guru che espongono pensieri profondi. Insomma: se la tirano. E neanche con una dizione italiana, ma sempre solo con inflessioni dialettali.

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