Il mese scorso sky on demand ha messo a disposizione la versione cinematografica della trilogia Millennium tratta dai romanzi di Stieg Larsson.
Ieri ho terminato di guardare il terzo film, tratto dal terzo romanzo.
Un breve riepilogo per chi non c’era.
Uno (o sono già due ?) anni fa, Claudio ci suggerì la lettura della trilogia di Larsson.
Non la conoscevo e, nonostante di solito non segua i consigli altrui ma acquisti i libri in base alla mia ispirazione, avendo già avuto modo di conoscere la narrativa gialla svedese, soprattutto con Mankell e il suo Commissario Wallander, comprai il primo volume della trilogia: Uomini che odiano le donne.
Un tomo di oltre 600 pagine che, peraltro, ho letto con piacere e senza sforzo.
Bravo Claudio, ho pensato, ottimo suggerimento.
Ho così acquistato gli altri due volumi : La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta.
Sono rimasto deluso.
Scaduti nella morbosità sessuale, contorti, più il secondo del terzo e, con macabra battuta, si potrebbe dire che Larsson, pur morto giovane, poteva “terminare” quando ha scritto la parola “fine” al primo volume.
La trilogia cinematografica ha accentuato la mia impressione, coinvolgendo anche il primo episodio.
Pellicola scura, una trama fondata sulle perversioni sessuali cui viene dato grande risalto sin dal primo episodio, una recitazione cupa, praticamente priva di ironia o di una qualsivoglia battuta di spirito.
L’attrice che interpreta la Salander somiglia troppo a quelle ragazze dai capelli unti (e lasciamo stare il resto) che chiedono l’elemosina agli angoli delle strade solo perchè tentano due passi di danza, credendosi Shakira nel waka-waka, al suono di una chitarra stonata, quindi non mi ispira alcuna simpatia.
L’attore protagonista, che interpreta il giornalista Blomqvist, mi sembra legnoso e inespressivo.
Ne abbiamo già parlato, ma se la Svezia è quella triste e debosciata che appare dai romanzi e dai loro film e telefilm (l’estate scorsa trasmisero l’intera serie televisiva del Commissario Wallander e l’ambientazione e i contenuti erano analoghi !) penso che non abbia davanti un futuro cui guardare con ottimismo e capisco il perchè sia una delle nazioni con il più alto numero di suicidi.
Ieri ho terminato di guardare il terzo film, tratto dal terzo romanzo.
Un breve riepilogo per chi non c’era.
Uno (o sono già due ?) anni fa, Claudio ci suggerì la lettura della trilogia di Larsson.
Non la conoscevo e, nonostante di solito non segua i consigli altrui ma acquisti i libri in base alla mia ispirazione, avendo già avuto modo di conoscere la narrativa gialla svedese, soprattutto con Mankell e il suo Commissario Wallander, comprai il primo volume della trilogia: Uomini che odiano le donne.
Un tomo di oltre 600 pagine che, peraltro, ho letto con piacere e senza sforzo.
Bravo Claudio, ho pensato, ottimo suggerimento.
Ho così acquistato gli altri due volumi : La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta.
Sono rimasto deluso.
Scaduti nella morbosità sessuale, contorti, più il secondo del terzo e, con macabra battuta, si potrebbe dire che Larsson, pur morto giovane, poteva “terminare” quando ha scritto la parola “fine” al primo volume.
La trilogia cinematografica ha accentuato la mia impressione, coinvolgendo anche il primo episodio.
Pellicola scura, una trama fondata sulle perversioni sessuali cui viene dato grande risalto sin dal primo episodio, una recitazione cupa, praticamente priva di ironia o di una qualsivoglia battuta di spirito.
L’attrice che interpreta la Salander somiglia troppo a quelle ragazze dai capelli unti (e lasciamo stare il resto) che chiedono l’elemosina agli angoli delle strade solo perchè tentano due passi di danza, credendosi Shakira nel waka-waka, al suono di una chitarra stonata, quindi non mi ispira alcuna simpatia.
L’attore protagonista, che interpreta il giornalista Blomqvist, mi sembra legnoso e inespressivo.
Ne abbiamo già parlato, ma se la Svezia è quella triste e debosciata che appare dai romanzi e dai loro film e telefilm (l’estate scorsa trasmisero l’intera serie televisiva del Commissario Wallander e l’ambientazione e i contenuti erano analoghi !) penso che non abbia davanti un futuro cui guardare con ottimismo e capisco il perchè sia una delle nazioni con il più alto numero di suicidi.
Massimo, pur essendo d'accordo sul fatto che i film sulla trilogia non sono paragonabili ai libri (ma quando mai avviene?) e gli attori magari non proprio all'altezza, sulla "morbosità" e cupa violenza mi pare che siano lo specchio ahimè fedele di quelle che sono da sempre le debolezze umane. Basta guardare il telegiornale o leggere i fatti di cronca nera. Ripensando ai gialli della nostra giovinezza, ai grandi maestri, certo erano più "garbati". Giocavano di più su trame assolutamente geniali lasciando completamente da parte accenni al sesso e presentandoci le vittime come "cadaveri" piuttosto che "morti ammazzati". Lo stesso avveniva nel cinema. Ma non era la società ad essere diversa quanto la sua rappresentazione. Possiamo chiederci se fosse meglio, ma non ne sono sicuro.
RispondiEliminaProprio quello è il punto. La Svezia rappresentata dai suoi giallisti è una società marcia, con degli zombi che saranno facilmente preda di popoli più giovani e forti. Le scene di violenza e perversioni sessuali morbose che troviamo accuratamente descritte nella trilogia di Larsson (tutto sommato in modo limitato nel primo) nulla aggiungono alla trama. Sicuramente non posso pretendere che abbiano tutti la stessa geniale eleganza di Manzoni che usò solo tre parole per raccontarci le vicende di Gertrude ed Egidio: la sventurata rispose. Però posso annotare che, per fortuna, persino negli Stati Uniti non si è (ancora ?) arrivati a tale livello. Forse è un problema della Svezia e della Scandinavia in genere che mi ricordo in passato avevamo tanto ammirato per il suo modo "civile" di vivere, ma che ora dimostra tramite i suoi giallisti quanto nulla ci sia quando mancano i Valori su cui fondare una società, che non può essere solo assistenza "dalla culla alla tomba".
RispondiEliminamassimo franceschi è un busone...venerdì sera se la faceva con un trans. uno schifo!
RispondiEliminaEcco il genere di "argomenti" di chi non condivide le mie idee. Ecco perchè da questo momento è inserita la moderazione ai commenti.
RispondiEliminaDimenticavo. Ovviamente la moderazione è solo per chi non fa parte degli Autori che hanno solo l'obbligo di eseguire il login.
RispondiEliminaCaro Cesco volevo esprimerti tutta la mia solidarietà e dirti quanto mi fa schifo chi si cela nell'anonimato per lanciare accuse offensive diffamanti (ma come ha fatto dato che per lasciare commenti bisogna fare un login?). Anch'io spesso non condivido le tue idee ma come ho sempre fatto e sempre farò te lo manifesterò palesemente perchè ritengo l'anonimato una vigliaccata ed attacco alla Libertà individuale e quindi alla Democrazia. Non ho tra l'altro commentato il tuo post soprattutto perchè non conosco l'autore del quale state disquisendo ed un po' perchè non sono molto d'accordo con quello da te espresso; vorrei inoltre qui affermare, da laico quale sono, che considero l'omosessualità quando fatta fra persone adulte e consenzienti una preferenza non solo lecita ma degna di rispetto come l'eterosessualità. Se ti interessa perseguire l'imbecille che si è intromesso, dato che non penso che nessuno di noi si sarebbe mai comportato così, fammi sapere perchè ho degli amici dentro la Polizia Postale.
RispondiEliminaUn abbraccio
Grazie, Andrea. Se riesci, senza la burocrazia che ho affrontato già due volte (perchè gli insulti sono all'ordine del giorno quando uno scrive opinioni difformi da quelle "politicamente corrette" :-) a conoscere l'anonimo mi aiuti (per quel che ne so la Polizia Postale deve avere l'autorizzazione del magistrato per procedere all'accertamento della provenienza di uno scritto in internet e tale autorizzazione deve essere preceduta da una formale querela con specifica richiesta di conoscere le generalità dell'autore dello scritto incriminato).
RispondiEliminaDel resto l'intelligentone ha scritto alle due del mattino, in un blog di nicchia come questo e prova ad indovinare quanti accessi ci sono stati a quell'ora ? ;-)
Come su tanti altri argomenti non siamo d'accordo sull'omosessualità, tanto che credo che l'anonimo abbia letto quello che scrivo su un blog dove, con altri, sostengo le tesi del prof. Nicolosi.
In ogni caso lo scritto in questione è un ulteriore riconoscimento della giustezza delle mie idee :-D.
No, si poteva commentare anche senza loggarsi, anche adesso un anonimo può commentare, anche se il suo commento dovrà essere approvato. Gli Autori del blog, invece (cioè attualmente solo noi dieci) possiamo scrivere liberamente senza moderazione, ma con l'obbligo di loggarci per far apparire il nostro nome). Poi possiamo scrivere da anonimi o con altri login, ma allora passeremmo dalla moderazione.
Piena solidarietà anche da parte mia Massimo per l'offesa: mi sembra assurdo e inqualificabile che ci sia gente che si prende la briga di offendere così anonimamente in un blog, come dici tu "di nicchia" (non che in altri ambiti sia meno grave!). Giusto passare alla moderazione come minimo, se poi si potessero beccare certi imbecilli...
RispondiEliminaGrazie, Claudio. Riuscire a sanzionare simili scarti dell'umanità è una cosa lunga ma possibile. Il problema del disturbo è risolto con la moderazione, per cui non vale la pena restare sul tema e possiamo tornare al nostro "erudito cazzeggio" come lo definì Roberto ;-)
RispondiEliminaResto esterrefatta e spiacevolmente colpita, ma concordo con Max: non ti curar di lor, ma guarda e passa...
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