lunedì 22 novembre 2010

Il collage che ha per tessere gli anni



A seguito del precedente post di Massimo P., vado a ripescarne uno che avevo abbozzato, poi archiviato senza pubblicare (era da poco venuta a mancare la mia Nonna ed evidentemente non avevo voglia di “comunicare”).
Ve lo ripropongo (con piccolissime modifiche), visto che io, alla celebrazione dei 150, C'ERO!
Riporto testualmente da un Carlino del gennaio 2010: “INIZIATIVE CELEBRATIVE dei 150 anni di attività del Liceo “Galvani. In occasione dell’anniversario del decreto Farini – dato in Modena il 12 febbraio 1860 e valido per le province dell’Emilia-Romagna- istitutivo di Regi Licei sul modello piemontese, il 12 febbraio 2010 si apriranno ufficialmente le celebrazioni del 150°” del nostro amatissimo Liceo.
In particolare, tra le altre, riporto la notizia, a me particolarmente cara,del
“ PREMIO DI POESIA MIRELLA B. Il 26 febbraio prossimo, alle ore 15.30, nella biblioteca Zambeccari avrà luogo un evento che ricorda la figura di Mirella Benassi e il premio a lei intitolato: “IL COLLAGE CHE HA PER TESSERE GLI ANNI”
Attori e studenti leggeranno i testi vincitori del premio e le poesie di Mirella Benassi, già studentessa e insegnante del Liceo e poi affermata poetessa.
Con la partecipazione di Matteo Belli, Gabriele Marchesini e gli allievi del laboratorio teatrale degli anni 2004 – 2007, tutti già studenti del Galvani”.
Mirella è mia cugina e, in effetti, posso vantare il fatto che un pomeriggio intero delle varie iniziative celebrative sia stato dedicato a lei, prima studentessa e poi prof. del Galvani... Di quattro anni più anziana di me, era della sezione D (tra i suoi proff ricordo i nomi di Pazzaglia e Silvestri, o almeno così mi pare): purtroppo se ne è andata qualche anno fa…ma diciamo che, a differenza della cugina minore, ha lasciato un segno, il segno delle sue poesie, alcune molto belle.

A dire la verità, ogni anno lo varco, il "nostro" portone , perché il Galvani ha istituito un premio “stabile” dedicato a Lei, in occasione del quale vengono selezionate le poesie e i racconti migliori, scritti nel corso dell’ anno dagli attuali studenti. La cerimonia, orgogliosamente presenziata dal Preside di turno, è sempre nel più puro stile pomposo e retrò, con pergamene ai vincitori, musiche in sottofondo e attori che declamano le opere vittoriose. Per i 150 anni il tutto è stato elevato all’ ennesima potenza…
Sapete che ho l’ idea che ad istituire tale premio sia stato proprio Denot? Mia cugina fu infatti “prof.” al Galvani nel suo periodo di Presidenza e tra i due si instaurò un rapporto di correttezza e stima, nonostante la pregressa esperienza tra me e lui (credo che mia cugina, consigliata da me, abbia a lungo occultato a Denot la nostra parentela )…La vita gioca a volte strani scherzi! Da una studentessa svogliata e disattenta passò ad una Prof. poetessa: chissà se, indirettamente, per il tramite di mia Cousin, Denot mi abbia mai rivalutata! Intimamente (e del tutto arbitrariamente) mi piace pensare di sì…

Tornando al tema lanciato da Massimo, quante volte, in questi anni, mi sono rammaricata del fatto che, ai nostri tempi, non ci fosse nulla di tutto ciò! E che anche ora, nella mia scuola ad es., ma penso in quasi tutte le scuole, simili celebrazioni o premi manchino del tutto…In effetti trovo un’ aberrazione del 68 e del post 68 l’ aver eliminato dalla scena la “Forma”. La forma non è sempre sostanza, ma è anche vero che senza forma la sostanza sembra meno sostanza ( e su questo concetto chiedo un intervento illuminante del discepolo prediletto di Denot , ovviamente Roberto…) La forma in fondo è “regola” e le regole sono il pane dell’ esistenza: senza regole e senza forma si apre il varco al degrado, nei suoi molteplici aspetti…

Quanto al titolo di questo post , mutuato dal Premio di cui sopra, non trovate che potrebbe essere un titolo giusto per il corposo articolo (con foto) che prima o poi pubblicheremo sul “nostro” giornale bolognese, a proposito della mitica IIIF e del nostro blog?

5 commenti:

  1. Non sapevo che il Galvani avesse 150 anni.
    La cugina poetessa
    L'illustre nonno di Parmeggia.
    Ragazzi qui mi costringete a pescare nella storia medievale dove si radica la celeberrima famiglia dei Conti di Panico invisa ai papi dell'epoca e sulla quale sicuramente parmeggia saprà qualcosa da illustre storico delle nostre lande e contrade.
    A presto

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  2. Tua cugina, Valeria, figlia di quel B. che fu mio collega ? :-)

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  3. Eh, sì, caro Max, proprio sua figlia...Per me, come una sorella.

    Intanto, una piccola notazione: Robi si fa vivo dopo mesi e, se permettete, è per me motivo di vanto che lo abbia stanato, per usare un suo termine, un mio post! A proposito: dobbiamo ricordarci di ri-spiegargli come si fa a inserire un commento col proprio nome:-)

    Infine, suggerirei a Massimo di ripubblicare il suo ultimo post,magari con un titolo anonimo:-), perchè era carino e ormai fa parte del nostro "collage".

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  4. Eh Roberto, i Conti di Panico: i più grandi feudatari della montagna bolognese. Ghibellini fino al midollo, acerrimi nemici del Comune Bolognese. Protagonisti di tanti scontri e battaglie, vittorie e sconfitte, esilii e ritorni. Poi definitivamente sconfitti; i loro importanti castelli rasi al suolo, ridotti a vivere il loro declino come briganti e tagliagole (ma non è che prima fossero poi diversi: nei secoli di ferro non c'era molta differenza fra il brigante e il signorotto che, arroccato nel suo maniero, taglieggiava il contado )

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