martedì 19 gennaio 2010

Il "cinghialone" è da riabilitare ?

Una telefonata con Roberto oggi, mi ha fatto venire in mente di scrivere questo post.
Sono passati 10 anni dalla morte di Craxi ed è tutto un fiorire di iniziative tendenti a rileggere la storia di quegli anni che tutti noi abbiamo vissuto: Craxi fu eletto segretario socialista quando avevamo 20 anni ed è morto quando ne avevamo più di 40.
Persone che non avrei mai sospettato si sono unite al coro dei laudatari craxiani, spesso per mera contrapposizione al giustizialismo dei Di Pietro e di certe toghe rosse.
Così, io che non posso certo essere accusato di simpatie per la magistratura militante, ho scritto nel mio blog personale il post che segue.
Il sasso è lanciato in piccionaia ... :-)))



Nel decimo anniversario del decesso è un fiorire di celebrazioni nei confronti di Craxi Benedetto, detto Bettino.
Si propongono strade e piazze da intitolargli, si rilegge la storia di quegli anni in termini per lui apologetici, persino Il Giornale di Feltri si fa portatore di accompagnare – alla “modica” cifra di 9,99 euro – alcune pubblicazioni della “Fondazione Craxi” sulla cui obiettività, ovviamente, è tutto da discutere.
Si propone, in sostanza, la “riabilitazione” del defunto segretario socialista.
Craxi venne eletto segretario del psi quando avevo 20 anni e morì da latitante quando ne avevo 43.
Il mio ricordo di Craxi è negativo.
Non tanto per le accuse che gli sono piovute addosso, anche se fu per quelle che è scappato e che subì la “damnatio memoriae”, ma per la sua attività politica.
Craxi fu il tipico socialista che non modificò di una virgola la abituale posizione del psi di Nenni, De Martino, Mancini, Lombardi.
La “politica dei due forni” ancorché teorizzata da Andreotti, fu praticata dai socialisti che, anche con Craxi, stavano al governo a Roma con la Dc e in periferia con il Pci, favorendo la schizofrenia della politica italiana e praticavano l'assalto alle finanze pubbliche con i finanziamenti a lobbies e conventicole varie.
Il ricatto che i socialisti, sin dall’infausto loro ingresso al governo nel 1963, preceduto dai primi approcci del 1961-1962, fu continuato da Craxi che ottenne prima per Pertini il Quirinale e poi per se stesso la presidenza del consiglio, per non parlare della presidenza di Enel, Eni, Rai e tante altre piccole aziende pubbliche.
Tanto dai democristiani, tanto dai comunisti, ugualmente colpevoli di aver ceduto al ricatto socialista.
Eppure, nonostante tutto ciò, gli Italiani non diedero mai il loro consenso ai socialisti di Craxi come lui si sarebbe aspettato.
Il psi di Craxi non riuscì mai ad arrivare al 15% del consenso popolare: ci sarà un perché …
La politica socialista, continuata pari pari da Craxi, fu la principale responsabile dello spreco statalista ed assistenzialista, nonché della ingovernabilità di governi soggetti al capriccio di umbratili segretari di partito.
L’amicizia di Craxi per i palestinesi trovò il suo apice nell’infame episodio di Sigonella quando consentì ai terroristi assassini dell’Achille Lauro di involarsi liberi, impedendo la loro cattura da parte dei marines.
I suoi scontri con De Mita fornirono assists ripetuti ai comunisti per picconare quella minima stabilità governativa.
La sua “statura” di statista, per me inesistente, è misurata dalla rottura operata durante il rapimento Moro, quando tutte le forze politiche, in un soprassalto di dignità, si rifiutarono di trattare – come si deve sempre rifiutare di trattare – con i terroristi delle brigate rosse, mentre lui cercò di indurre ad aprire un dialogo addirittura proponendo la liberazione di una terrorista.
Certo, Craxi assunse anche delle iniziative positive, come l’abolizione della scala mobile e l’installazione dei missili Pershing e Cruise, ma furno episodi, spesso determinati dalle convenienze e obblighi internazionali e il più delle volte condizionati dagli alleati di governo.
Quanto alla vicenda delle tangenti e dei finanziamenti, il fatto che tutti i partiti, escluso l’Msi e la nascente Lega, ne fossero coinvolti perché la politica costava e costa, non è una scusante, semmai è una aggravante nei confronti di Craxi essere stato l’unico che, pescato con le mani nella marmellata, invece di combattere e cercare di affermare le proprie ragioni, rischiando la galera o i servizi sociali come capitò a molti suoi colleghi, lasciò campo libero ai magistrati giustizialisti, scappando dagli amici tunisini, e regalandoci una presenza delle toghe in politica che stiamo ancora subendo.
Per questi motivi il mio giudizio su Craxi non è cambiato rispetto agli anni della sua ascesa, decadenza e latitanza e non ritengo che, finchè avremo memoria, finchè ci sarà ancora qualcuno che in quegli anni ha vissuto, si possa pensare ad una riabilitazione di Craxi.
E tanto meno intitolargli strade, piazze e neppure un vicolo cieco.

2 commenti:

  1. Caro Massimo, avevo già letto il post nel tuo blog, che seguo con interesse quando posso, e mi sembra che tu ci vada giù piuttosto duro (so anche che un po' esageri apposta). Nemmeno io mi sognerei mai di intitolargli alcunché ma credo che abbia fatto proprio una brutta fine. Le sue colpe le hanno condivise un po' tutti i politici della sua generazione ma altri ne sono usciti assai meglio...
    Infine premettendo che io sono assolutamente filoamericano (addirittura affiderei agli Usa la nostra eventuale "difesa" militare mantenendo solo forze nostre da usare con compiti di polizia o emergenze tipo alluvioni o terremoti)contrariamente a te apprezzai a suo tempo il gesto di Sigonella, non certo per aver lasciato i terroristi quanto per l'aver tenuto duro con un certo coraggio.
    Ciao per ora

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  2. Caro Claudio, a Sigonella Craxi volle affermare la sovranità nazionale ? Ma non trovò di meglio che lasciando liberi dei terroristi assassini ? Mi ricorda molto quel marito che, per fare un dispetto alla moglie, si tagliò "i sacri ciondoli" ... ;-)

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