
A proposito del tema televisivo su ciò che la beneamata Rai ci propina (questo mese ho pagato il canone con sempre crescente rancore) una considerazione. Tre giorni fa ho scaricato dalla rete il doppio DVD dell’Odissea del ’68 di Franco Rossi e le ultime notti me la son vista tutta d’un fiato. Lo sceneggiato/film era rimasto da sempre nel mio immaginario come una sorta di bellissima fiaba e nel rivederlo ho provato a distanza di 40 anni emozioni ancora più forti. Siamo di fronte a un capolavoro inarrivabile: ho riscoperto con piacere la sontuosa sceneggiatura e la recitazione dei protagonisti che senza gli effetti speciali dei nostri giorni catturano l’attenzione rendendo piena giustizia al capolavoro di Omero. Se penso al confronto con Troy di qualche anno fa l’intensità degli episodi dell’Odissea non è nemmeno paragonabile. Il racconto del viaggio, gli episodi di Circe, Polifemo (si può dire un film da solo questo, diretto dal grande Mario Bava, a quei tempi di una crudezza mai vista sugli schermi), il ritorno, la strage dei Proci, vi assicuro che le ore passavano senza che me ne accorgessi nel riscoprire i particolari che da ragazzo non avevo certo notato. L’onnipresente voce narrante, talvolta criticata, a me non dispiace affatto, come gli scarsi dialoghi, del resto in un’interpretazione particolarissima dell’opera. Unico neo la mancanza delle introduzioni di Ungaretti dove il poeta leggeva passi della sua traduzione prima di ogni puntata. Me le ricordo ancora: sembrava di sentire lo stesso Omero che declamava. E’ incredibile che questi filmati siano stati distrutti in uno dei periodici repulisti dei magazzini Rai!
Penso che presto me lo riguarderò ancora, con meno frenesia, perché è una storia che non ha tempo.
E rivedendo tali esibizioni di grazia, di cultura, di inventiva, di qualità della nostra televisione di allora ci si accorge di quanto siamo caduti in basso.
Condivido in quasi toto. Anche a me piacerebbe che le prossime riproduzioni contengano le recitazioni di Ungaretti. Ma, in realtà, io l'ho sempre ricordato come una sorta di siparietto ... comico ... ;-)
RispondiEliminaConcordo pienamente su tutto.
RispondiEliminaE a proposito di "Troy": il mio giudizio sul quel filmaccio è riassumibile in una parola sola: ignobile.
Mi unisco al coro, troy,l'ho visto e non mi è dispiaciuto ma è una americanata nel senso deteriore del termine. Pensa Claudio che recentemente mi sono rivisto tutto d'un fiato "Il segno del comando" tramite tv via cavo di cui ti ho già parlato ed ho goduto. A Suo tempo ricordavo che mi aveva fatto molta paura per i richiami all'occultismo e allo spiritismo di cui è permeato. Oggi ne ho apprezzato la recitazione impeccabile , tutti grandi attori di teatro : Pagliai, Volpi la Gravina e tanti altri grandi un cast irripetibile.Ed anche il PLOT mi è sembrato geniale.
RispondiEliminaciao
Hanno ritrasmesso l’ Odissea in tv poco tempo fa, non ricordo se d’ estate o di pomeriggio o di notte, ma comunque in un "momento" in cui la gente non intende, per stagione od orario, vedere troppo la tv. Io me ne imbattei casualmente e mi piacque di nuovo molto vedere alcuni spezzoni. Ricordavo perfettamente alcuni dettagli e l’ atmosfera un po’ irreale ma unica data dalla voce del narratore...Qualche mese fa Rai trade e Fabbri editori hanno portato in edicola i dvd dei grandi classici della televisione degli anni 60-80, tra cui l’ Odissea; poichè uno dei miei più cari amici l' ha comprata, presto la rivedrò integralmente anche io. Una curiosità: prima dell’ avvento dell’ Auditel (1984), quando la Rai deteneva ancora il monopolio televisivo e si poteva interessare del gradimento e della qualità degli spettacoli, facendo indagini un po’ fai da te ma comunque dettagliate ed efficaci, su un campione di 1500 famiglie emerse che l’ 80% aveva gradito molto l’ Odissea...Questo risultato, soprattutto con riferimento alle persone con cultura modesta e licenza elementare che avevano molto apprezzato lo sceneggiato, fu memorabile e inaspettato anche per i dirigenti Rai di allora...
RispondiElimina'Notte!
In realtà la curiosità di cui vi parlavo ieri sera era tratta da un articolo dell’ archivio storico del Corriere e diceva qualcosa di un po’ diverso. Voglio riportarvelo testualmente:
RispondiElimina"C' era una volta l' Italia del monopolio Rai, una tv pubblica prima a uno, poi a due canali, che scrutava con intelligenza le reazioni del proprio pubblico, preoccupandosi molto del suo giudizio. I milioni davanti al video, in assenza di concorrenti privati, diventavano quasi un dettaglio. Tra il 1960 e la fine degli anni ' 70, prima dell' irruzione dell' Auditel (1984) nata per calcolare a colpi di fredde cifre i duelli Rai-Fininvest, viale Mazzini prestava massima attenzione all' indice di gradimento e di qualità: il mercato tv era privo di contro-offerte. «La nostra preoccupazione- ricorda Ettore Bernabei - era capire cosa preferissero gli italiani». L' ufficio in questione era importante, affidato a dirigenti di provata affidabilità e raffinata cultura. Altri tempi. Il sistema era artigianale ma efficacissimo. Un nucleo di famiglie (per la precisione 1500) riceveva a casa un vero e proprio registro con l' elenco completo delle trasmissioni settimanali. Si sceglieva un programma, lo si vedeva e poi si votava con un giudizio da uno a cinque (piaciuto moltissimo, molto, discretamente, poco, per niente). A fianco c' era uno spazio per esprimere pareri articolati. Roba da amanuensi, insomma, che svelava un approccio tradizionale e letterario. Ogni settimana il registro veniva riconsegnato alla Rai e confrontato con gli altri. Il tutto si trasformava in una valutazione con una scala da uno a cento. E scaturiva il giudizio conclusivo. Bernabei rammenta ancora lo stupore con cui scoprì che uno sceneggiato «difficile» come l' «Odissea» di Franco Rossi con Bekim Fehmiu e Irene Papas (1968) aveva sfondato quota 80: «Fu una scoperta memorabile comprendere come anche gente con la licenza elementare avesse apprezzato quel prodotto». Stessa sorte capitò a Tv7, il settimanale di approfondimento giornalistico nato nel gennaio 1963 in seconda serata (tra i collaboratoti c' erano Pier Paolo Pasolini, Arrigo Levi, Ugo Gregoretti, Tullio de Mauro) ma che venne promosso in prima a giugno proprio per un sorprendente «indice» vicino quota 80"
(E così, Robi, ritorna pure Gregoretti…..)